ARCHIVIO – Peter Gabriel live in Germania il 5 settembre 1980 – RARO VIDEO

Video Memories, la Storia di Genesis & Co. attraverso i video.

By D.B.

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5 settembre 1980, Peter Gabriel si esibisce dal vivo alla Philipshalle di Dusseldorf in Germania.

Ecco un raro estratto video di quel concerto:

Un raro filmato in bianco e nero, ripreso durante il China 1984 Tour il 5 settembre 1980 alla Philipshalle di Dusseldorf in Germania.

Line-Up:

Peter Gabriel – Vocals / Keyboards
John Ellis – Guitar
Jerry Marotta – Drums
Larry Fast – Keyboards
Tony Levin – Bass
John Giblin – Bass

Set List:

Intruder / I Don’t Remember / Solsbury Hill / Family Snapshot / Milgram’s 37 / Modern Love / Not One of Us / Lead a Normal Life / Moribund the Burgermeister / Mother of Violence / Humdrum / Games Without Frontiers / And Through the Wire / I Go Swimming / Biko / On the Air / Here Comes the Flood

Una curiosità. Per questo tour Gabriel decise di inventare una versione delle citazioni di Mao Tse-tung, contenute nel cosiddetto “Piccolo libro rosso di Mao”, che aveva aiutato a consolidare la presa di potere di Mao nella Repubblica Popolare Cinese negli anni Sessanta.

Il programma del tour del 1980 suggeriva così un’opera di narrativa distopica, che riecheggiava il 1984 di Orwell nel nome, Cina Tour 1984, confondendo così per sempre gli storici.

Infatti Gabriel non è stato in tournée in Cina e non era il 1984. Il tour era limitato a Europa e Nord America. Fondamentalmente era una sua burla o chissà cosa.

In ogni caso, forse per ricreare la bizzarra parodia della Cina totalitaria del tour, la band indossava tute nere, simili a quelle cinesi, e il tour programme era fatto in modo, appunto, che assomigliasse alle citazioni del libro del 1966 di Mao Tse-tung.

Il libretto mostrava la testa di Gabriel sovrapposta a quelle di altri individui e annunci di giornali cinesi, manifesti politici e fumetti.

Queste immagini del Tour Programme sono tratte da Ebay.

Peter Gabriel - Melt

In occasione del 40ennale, Peter Gabriel ha pubblicto questo raro filmato di ‘Games Without Frontiers’ registrato live a Buenos Aires nel 2009.

Il 28 maggio 2020 Peter ha fatto uscire questo video che riprende un’intervista realizzata nel 2002 per l’uscita del CD ri-masterizzato. Gabriel parla della realizzazione del suo terzo album omonimo, appunto, chiamato Melt per via dell’iconica immagine di copertina, creata da Storm Thorgerson dello Studio Hipgnosis.

Ed ecco 10 motivi per riascoltare questo album.

1.  E’ l’album di Gabriel maggiormente costellato di ospiti prestigiosi, come il produttore Steve Lillywhite e il chitarrista Dave Gregory (I Don’t Remember e Family Snapshot) degli XTC, l’inizio della lunga collaborazione con David Rhodes, il vecchio amico Phil Collins e il percussionista Morris Pert (Intruder e No Self Control), la nuova collaboratrice Kate Bush (No Self Control e Games Without Frontiers), il sassofonista inglese Dick Morissey (Start), Paul Weller, allora leader dei Jam (And Through The Wire).

2. Per la prima volta Peter ha usato la drum machine (Games Without Frontiers e Biko, in particolare) e ha sperimentato alla batteria quel suono particolare, con il gated reverb, che caratterizza Intruder, utilizzato l’anno dopo da Phil Collins per In The Air Tonight. Una sonorità che è diventata un modello standard per buona parte del pop inglese degli anni ottanta.

3. Phil Collins inizialmente era scettico riguardo l’idea di non usare affatto i piatti. Ma Peter è stato inamovibile, dato che così poteva sfruttare i toni alti con tutta una nuova serie di sonorità, una varietà di campi da esplorare. Paradossalmente, Gabriel è stato accusato di plagiare Collins, quando In The Air Tonight ha avuto un successo planetario.

4. Gabriel è stato uno dei primi musicisti a utilizzare il Fairlight, un rivoluzionario sintetizzatore che campionava i suoni naturali. Peter addirittura ne divenne il distributore in Inghilterra, in società con un cugino. Nel disco troviamo anche sonorità nuove per il solco rock (post-progressive) in cui è ancora collocato, come lo xilofono (Intruder), il sax (Start), la marimba (No Self Control e Lead A Normal Life), la cornamusa,  i tamburi surdu e cori originali sudafricani (Biko).

5. Family Snapshot è ispirata dal libro An Assassin’s Diary (Un diario di un assassino) di Arthur Bremer, testo che ha ispirato anche lo sceneggiatore del film Taxi Driver di Martin Scorsese. Ma un altro libro, Dispatches, le cui foto hanno suggerito a Gabriel alcuni verso di Games Without Frontiers, ha creato non pochi problemi di censura con la BBC.

6. L’album sembra avere un filo conduttore di devianza psicologica, affrontando temi come lo stalking (Intruder), schizofrenia e paranoia (No Self Control), la rimozione (I Don’t Remember), la cattiva influenza dei media (Family Snapshot), l’assenza di comunicazione (And Through The Wire), la malattia mentale (Lead A Normal Life). Ma è importante anche l’aspetto “politico”. Peter prende posizione contro la guerra (Games Without Frontiers), la paura per l'”altro” (Not One Of Us), l’apartheid (Biko).

7. Davide Castellini in Le canzoni di Peter Gabriel, Editori Riuniti, fa notare come siano tante le espressioni negative nei titoli e nei testi (no, don’t, not, never without). Lo stesso Peter se n’era accorto, tanto che, sempre citato da Castellini, temeva di “trasformare l’album in una predica a un bambino, piena di non fare questo, non fare quello“.

8. Gabriel era incerto se pubblicare o meno Biko nel disco. Nonostante la sua sincerità nei confronti del tema, temeva di non essere una voce valida per una causa così lontana geograficamente e socialmente da lui. Inoltre la storia di Steven Biko era stata raccontata già in varie canzoni, compresa A Motor Bike In Africa di Peter Hammill, suo amico, collaboratore, nonché vicino di casa a Bath.

9. Biko viene inserita poi nell’album su insistenza dell’amico Tom Robinson. “Fu una chiave di volta nella mia carriera di musicista e di paroliere“, racconta Gabriel, citato da Mario Giammetti in Peter Gabriel. Not one of us, Edizioni segno. Inizia infatti il percorso di Peter verso l’impegno per i diritti civili, che lo vedrà in tutte le manifestazioni che il mondo della musica organizzerà per sensibilizzare il pianeta.

10. Per la copertina, quarta e ultima collaborazione con lo studio Hipgnosis e il suo fondatore Storm Thorgerson. Attraverso la tecnica denominata Krimsography, inventata dall’americano Les Krim, una Polaroid con il ritratto di Peter viene manipolata con una gomma da cancellare sull’emulsione ancora fresca. E l’effetto melt, appunto, che dà il titolo informale all’album, è fatto.

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Peter Gabriel - Melt

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