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Il 21 ottobre 1977 usciva Seconds Out, secondo album live dei Genesis, quarta posizione nella UK Albums Chart. Riviviamolo insieme attraverso video e curiosità.
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Tracce (clicca il titolo per scaricare il brano da AMAZON):
Firth of Fifth (senza l’introduzione al pianoforte) – 8:56
I Know What I Like (arricchito dall’assolo di chitarra di Dancing with the Moonlit Knight, il tema finale di Stagnation e l’introduzione di Visions of Angels) – 8:45
The Cinema Show (tratto dal tour del 1976, con Bill Bruford alla batteria, perché fu l’ultimo in cui questo brano venne eseguito integralmente) – 10:58
Dance on a Volcano (senza la sezione strumentale conclusiva, sostituita dal drum duet che la collega a Los Endos) – 5:09
Il doppio album accoglie le registrazioni dai concerti al Palais des Sports di Parigi dall’11 al 14 giugno 1977, durante il tour europeo di Wind & Wuthering. Ecco l’audio del live del primo giorno:
Formazione:
Phil Collins – voce solista, batteria, percussioni
Steve Hackett – chitarre elettriche e acustiche a 12 corde
Mike Rutherford – basso a 4 e 8 corde, chitarra a 12 corde, pedali bassi, cori
Tony Banks – piano elettrico, organo Hammond, sintetizzatori, chitarra a 12 corde, cori
Chester Thompson – batteria, percussioni
Bill Bruford – batteria in TheCinema Show
Da Peter Gabriel arrivano lodi nei confronti dei Genesis dal vivo nella nuova formazione, soprattutto sul ruolo di Collins come frontman, ma anche per l’affiatamento alla parte ritmica, tra Collins e Bruford prima, con Thompson poi. Mario Giammetti, in Genesis. Il fiume del costante cambiamento, Editori Riuniti, riporta le sue parole:
“Andai a vederli all’Hammersmith Odeon nel tour successivo alla mia partenza. Mi sentii molto più a mio agio di quello che avrei pensato, tranne un paio di sussulti durante Supper’s Ready, dove mi sembrò come se qualcun altro stesse indossando i miei vestiti. Ora posso guardare Phil cantare senza essere più emozionalmente attaccato a una canzone.”
Seconds Out è anche l’ultimo album dei Genesis in cui suona Steve Hackett. Ha raccontato Steve ad Armando Gallo inGenesis: I Know What I Like
“Sentivo che i Genesis stavano diventando ripetitivi e sapevo che per esprime al meglio me stesso sarei dovuto uscire dal ruolo che avevo nella band. Il problema era che la sicurezza economica stava portando a un impoverimento spirituale e mi stava uccidendo suonare giorno dopo giorno gli stessi brani”.
“Mi crea qualche imbarazzo dire che non mi ero proprio accorto di quanto infelice fosse stato Steve per la maggior parte del tempo in cui fu membro del gruppo. Non eravamo propriamente gli individui più sensibili del mondo e Steve era una persona abbastanza riservata, come tutti noi del resto, ma pensavo comunque che si divertisse. (…) Nella mia personale scala Richter, la perdita di Steve non fece registrare scosse paragonabili a quelle di Ant o Pete”.
“In questo periodo diventa evidente anche la frustrazione di Steve. Ha pubblicato il suo album da solista, ma invece di diminuire la pressione, l’ha aumentata. Vuole avere più canzoni sue negli album dei Genesis. Quello che per me è positivo si rivela negativo per lui: la nuova configurazione dei Genesis ha inaspettatamente aperto nuove strade di composizione dei pezzi, e mentre io mi sento sempre più sicuro come autore, Steve non riceve ancora lo spazio creativo che pensa di meritarsi. (…) Ma se siamo sopravvissuti alla perdita di un cantante, siamo in grado di sopravvivere a quella di un chitarrista. Continuiamo, imperterriti, con Mike che ci dà dentro sia al basso sia alla chitarra solista”.
Clive Arrowsmith: Peter Gabriel Reflections, new exhibition – December 1, 2018 – February 3, 2019. INFO & VIDEO.
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This exhibition opens on 1 December 2018, showing images taken by celebrated international photographer Clive Arrowsmith, famous for his work with Vogue and his images of Sir Paul McCartney, Daniel Barenboim, Prince Charles, Michael Caine and Helena Bonham Carter amongst others.
In 1978 he photographed Peter Gabriel in a number of key locations around Bath including the Roman Baths. Many of these have never been shown before.
As Clive’s trademark style is close-up portraiture we will present the images alongside new pictures taken in the same Bath locations in order to add context and depth. All feature beautiful elements of Bath’s famous architecture, too.
Below is an interview of Clive, recorded on 24 September 2018 by broadcaster and journalist Richard Wyatt via:
Museum of Bath Architecture, The Countess of Huntingdon’s Chapel, The Paragon, Bath BA1 5NA
Monday – Friday: 1 – 5pm Weekends and Bank Holidays: 10am – 5pm Last admission: 4.30pm
Closed on Christmas and Boxing Days, plus Mondays in December, January and 4, 11 February 2019.