Il libro “Genesis: 1975 to 2021 – The Phil Collins Years” di Mario Giammetti – COMPRA

Il libro di Mario Giammetti si intitola “Genesis: 1975 to 2021 – The Phil Collins Years”.

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In edizione esclusivamente inglese, racconta l’era post-Gabriel ed è il seguito di “1967 to 1975 – The Peter Gabriel Years”.

Compralo qui:

Il libro contiene numerose interviste esclusive ai membri della band e a tutti coloro che hanno fatto parte della storia dei Genesis dal 1975 in poi, compreso Ray Wilson, frontman alla band per l’album Calling All Stations del 1997 e il successivo tour prima del ritorno di Phil Collins nel 2007.

Copre l’intera storia della band dal 1975 in poi in modo molto esteso, portando i lettori attraverso ogni album e tour. Sono molte, inoltre, le fotografie inedite.

Leggi qui un’anticipazione pubblicata da Prog (in inglese).

“Genesis: 1967 to 1975 – The Peter Gabriel Years” dopo la sua pubblicazione nel maggio dello scorso anno”, ha avuto un ottimo successo nel Regno Unito. Ha ricevuto notevoli elogi da numerose parti, incluso Steve Hackett, come la stampa musicale e i fan inglesi dei Genesis, ed è ora alla sua seconda tiratura.

Come il suo predecessore, “Genesis: 1975 to 2021 – The Phil Collins Years” contiene tanti dettagli sul bilancio della carriera dei Genesis, molti dei quali potrebbero essere sconosciuti anche ai fan più accaniti della band.

Leggi qui l’intervista a Giammetti in occasione della prima uscita.

Acquista qui il libro precedente:

Non hai la versione italiana del libro di Mario Giammetti “Gli anni Prog”? Comprala qui:

Sono i primi due volumi di Mario Giammetti in lingua inglese. GUARDA GLI ALTRI LIBRI DI GIAMMETTI SU AMAZON.

Le ultime della Band su Horizons Genesis:

Angolo del Collezionsta

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Genesis: la biografia dell’ex manager Tony Stratton-Smith – COMPRA

Si intitola “Strat! The Charismatic Life And Times Of Tony Stratton Smith”, la biografia dell’ex manager dei Genesis.

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La vita dell’ex manager di Genesis, Van der Graaf Generator e The Nice e l’uomo dietro la leggendaria etichetta Charisma Records, Tony Stratton-Smith, sarà celebrata in una nuova biografia.

Il libro “Strat! The Charismatic Life And Times Of Tony Stratton Smith” è stato scritto da Chris Groom con una prefazione di Peter Gabriel.

Compralo qui (varie versioni):

Ex giornalista sportivo, Strat ha iniziato nel campo musicale gestendo The Nice nel 1968 e fondando la Charisma Record nel 1969.

Firmò il contratto con i Genesis e pubblicò il loro secondo album Trespass nel 1970.

Altri artisti associati all’etichetta sono VdGG, Marillion, Bonzo Dog Doo-Dah Band, Lindisfarne, Monty Python, Rare Bird, String Driven Thing e Brand X. In seguito Peter Gabriel, Peter Hammill, Steve Hackett, Phil Collins e altri.

Stratton-Smith morì di cancro al pancreas il 19 marzo 1987 a 53 anni.

Un servizio commemorativo fu tenuto per lui a St. Martin’s In The Field a Londra.

Clutching At Straws dei Marillion, che uscì poco dopo la sua morte, fu dedicato a lui, così come On My Way Home dei 3, dal loro album del 1988 To The Power Of Three.

Angolo del Collezionista

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Peter Gabriel: il libro “Attaccati alle radici” con la sua prefazione – COMPRA

Peter Gabriel ha scritto l’introduzione al libro “Attaccati alle radici – Immagini e storie degli alberi della Sardegna” di Enrico Spanu. 

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La pubblicazione è a emissioni zero e, su richiesta di Peter, per ogni copia stampata sono stati piantati nuovi alberi.

La tiratura iniziale era esaurita, ma ora è di nuovo disponibile, stampata in collaborazione con Simbiosi Magazine – rivista dedicata al rimboschimento e al ripristino dell’equilibrio tra uomo e natura.

Ha detto Peter:

«Queste bellissime e drammatiche fotografie in bianco e nero hanno catturato la forza, la presenza e le tante personalità dei nostri compagni di vita e radicati in questa meravigliosa isola della Sardegna.»

Compralo qui:

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Ascolta Peter Gabriel:

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Il libro “The Genesis Family Photo Album” – COMPRA

Il libro fotografico celebra l’universo della band dagli anni Settanta a oggi.

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Oltre ad essere ricco di immagini dei Genesis dai tempi di Peter Gabriel fino alla reunion del 2007, il libro include foto della carriera solista di Peter Gabriel, Phil Collins, Steve Hackett, Mike & The Mechanics, Ray Wilson e Anthony Phillips.

Compralo qui:

Include foto inedite di concerti che risalgono al Lyceum, Londra, nel 1971; Plymouth, 1972; Brighton, 1973 e foto uniche scattate a Headley Grange, Hampshire, nel 1974 durante la registrazione di The Lamb Lies Down On Broadway – l’ultimo album con Peter Gabriel.

Il viaggio continua con le foto mai viste prima del primo tour dopo la partenza di Gabriel e del primo tour solista di Gabriel.

Dopo la partenza di Steve Hackett nel 1977 la band viene catturata al massiccio concerto di Knebworth del ’78.

Ci sono anche foto di Hackett e Gabriel dalle loro apparizioni al Reading Festival dove Peter ha duettato con Phil Collins.

Passando al decennio successivo e oltre, ci sono molti scatti della band durante il periodo di grande successo con Phil Collins al timone e anche il breve periodo con il suo successore Ray Wilson.

Così come la riunione una tantum con Gabriel e Hackett al concerto Six Of The Best a Milton Keynes nel 1982.

Ulteriori immagini dei tour solisti di Collins e della band Mike & The Mechanics di Mike Rutherford completano il libro insieme a molte foto che continuano a documentare le carriere soliste di Hackett e Gabriel negli ultimi tempi, oltre a rendere omaggio al chitarrista originale della band, Anthony Phillips, che copre così tutte le anime della band.

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Steve Hackett: il libro “Every Album, Every Song” – COMPRA

Steve Hackett: il libro “Every Album, Every Song” di Geoffrey Feakes. 

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Sonicbond, la casa editrice di libri prog-friendly, festeggia il suo secondo anniversario con una speciale edizione limitata di un nuovo libro su Steve Hackett: “Every Album, Every Song” di Geoffrey Feakes.

Compralo qui (in inglese):

Il libro offre un’analisi traccia per traccia di tutti gli album solisti di Steve Hackett da “Voyage Of The Acolyte” fino a “At The Edge Of Light”.

Viene ripercorsa la lunga e variegata storia di Steve. Vengono prese in considerazione anche le collaborazioni, gli album live e le compilation, rendendo questa la guida più completa sulla musica di Steve Hackett mai pubblicata.

“Every Album, Every Song” di Geoffrey Feakes sarà disponibile in una speciale edizione limitata, firmata dall’autore.

Questa versione sarà prodotta in una tiratura limitata di 250 copie e sarà disponibile solo presso il rivenditore online Burning Shed. Un’edizione standard in brossura sarà pubblicata nel 2021.

Nel 2019, nella stessa collana “On Track”, è uscito un libro analogo sui Genesis. Compralo qui:

E non solo. Guarda gli altri libri della collana “Every Album, Every Song” – CLICCA QUI.

Ascolta Steve Hackett:

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Mario Giammetti racconta il suo nuovo libro “Genesis. Tutti gli album tutte le canzoni”

È uscito il libro “Genesis. Tutti gli album tutte le canzoni” di Mario Giammetti. Gli abbiamo posto qualche domanda.

By E.D.

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Mario Giammetti analizza tutti i 15 album incisi in studio dalla band, esaminando anche il contesto storico e le circostanze che hanno portato alla loro creazione, oltre ai processi di registrazione.

Acquistalo qui:

Illustrato con fotografie di performance rare e con materiale da collezione, è un libro imperdibile per collezionisti e appassionati o per giovani che vogliono riscoprire la musica di questa straordinaria band in tutta la sua evoluzione.

Ecco cosa ci ha raccontato Mario Giammetti.

H.R.: Quali sono gli elementi di novità contenuti nel tuo libro “Genesis. Tutti gli album tutte le canzoni”?

Mario Giammetti: Sicuramente chi ha già letto altri miei libri, in particolare “Musical Box – Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z”, pubblicato dieci anni fa da Arcana, troverà dei punti di contatto, ma a parte il fatto che i brani non sono più analizzati in ordine alfabetico bensì album per album, il testo è stato asciugato e reso più scorrevole, oltre che naturalmente integrato delle nuove e preziose informazioni acquisite nel corso degli ultimi anni, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla prefazione di Steve Hackett.

Nella sostanza, si parla di come sono nate le canzoni attraverso le parole degli stessi protagonisti, se ne racconta la storia compositiva e se ne fa sinteticamente la storia sul palco, anche se in particolare questa sezione è volutamente meno prolissa e infarcita di dati.

L’idea era infatti realizzare una guida all’ascolto che fosse sì completa, ma non maniacale, con l’obiettivo di non annoiare un ipotetico lettore casuale, magari un giovane che si avvicina alla musica dei Genesis per averne sentito parlare dai genitori o addirittura dai nonni. La nostra band preferita merita una riscoperta da parte delle nuove generazioni e questo libro spero possa rappresentare un piacevole strumento per cominciare a entrare nel loro mondo, grazie anche a un apparato grafico e iconografico di primissimo livello e all’attenzione riportata anche graficamente (ad esempio, nelle curate didascalie, che rappresentano una sorta di mini appendice a loro volta).

E qui sta l’altra, e fondamentale differenza: ho fatto un’attenta selezione del materiale e per la prima volta ho trovato un editore che non si è tirato
indietro di fronte alla mia richiesta di portare a termine un libro veramente bello da vedersi, oltre che da leggere. In passato, da questo punto di vista, con l’unica parziale eccezione di “Genesis – Gli Anni Prog” (Giunti 2013), ero rimasto sempre deluso. Il Castello, invece, non ha giocato al risparmio: un cartonato spesso formato 22×28, carta pregiata, stampa accurata.

Da tempo desideravo realizzare un libro che rappresentasse un riepilogo su tutta (e sottolineo tutta) la carriera dei Genesis ma presentato come
meritava, e il momento è arrivato.

Qual è stata la “formula del successo” dei Genesis, secondo i tuoi studi?

Una ricetta richiede una serie di ingredienti e direi che, nel caso dei Genesis, si tratta di materiale di primissima qualità. Osservando il tutto globalmente (è evidente che la loro storia artistica è talmente variegata che è difficile conglobare in un parametro unico l’intero percorso), la band era in possesso di una tecnica strumentale ottima ma mai eccessiva (e questo a mio modo di vedere è un grande pregio) che, messa al servizio di una capacità compositiva indiscutibilmente fuori dall’ordinario (così come è fuori dall’ordinario la caratteristica di un gruppo in cui hanno sempre scritto in cinque, anzi sei conteggiando Anthony Phillips), ha creato una miscela formidabile, resa particolarmente gradevole da una componente melodica molto forte.

Nel merito del vecchio dibattito tra Genesis prog e Genesis pop, mi limito a ribadire che, se non avessero fatto quella scelta, sarebbero rimasti confinati al triste destino di copie sbiadite di se stessi, perpetrando per decenni e sempre più stancamente lo stesso repertorio. Quindi, personalmente sono felicissimo del loro coraggio di cambiare completamente, anche se ovviamente non sempre i risultati mi hanno entusiasmato.

Sei riuscito a scoprire anche retroscena su qualche album o canzone? Esistono ancora segreti non svelati e che potrebbero rimanere tali per sempre, nella storia dei dischi dei Genesis? Quali?

Ovviamente i decenni che passano inesorabili non aiutano in tal senso: i ricordi svaniscono o si confondono, e non è facilissimo ottenere rivelazioni clamorose.

Eppure, ogni tanto salta fuori qualcosa. Ascoltare i dischi del periodo Gabriel insieme a uno dei protagonisti (lavoro che ho fatto dal 2008 al 2011 e che poi ha formato la base per “Gli Anni Prog”, recentemente pubblicato in Inghilterra col titolo “Genesis 1967 to 1975 – The Peter Gabriel Years”) è stato da questo punto di vista molto emozionante e rivelatorio.

Alcuni membri del gruppo (soprattutto Hackett e Banks) hanno una discreta memoria e ogni volta che si parla con loro salta sempre fuori qualcosa di molto interessante. Ma la ricerca prosegue anche con altri personaggi.

Per esempio, nel nuovissimo numero di Dusk ho intervistato John Burns, ingegnere del suono di “Foxtrot” e produttore di “Selling England” e “The Lamb” e alcune notizie che mi ha fornito sono davvero interessanti per gli studiosi dei Genesis.

A parte la progressiva “deriva” verso il pop, evidente a tutti, a uno studio più attento come tu fai, che tipo di evoluzione (o involuzione) ha avuto la musica dei Genesis dal “69 al “98, nella composizione, negli arrangiamenti, negli strumenti, ecc…?

Personalmente, la cosiddetta virata pop, come ti accennavo prima, non la considero una deriva, ma un’intelligente evoluzione e presa d’atto del cambiamento dei tempi.

Peraltro i Genesis, anche nel periodo più leggero, hanno sempre conservato un imprinting armonico tutt’altro che semplice e aggiungo che non è
affatto detto che la musica pop, se fatta ai livelli a cui i Genesis ci hanno abituati, sia più facile da suonare rispetto a un assolo di moog su tempi dispari.

È sicuramente vero che gli arrangiamenti si sono semplificati e che anche la struttura melodica dei brani si è progressivamente scarnificata, ma direi che ogni album dei Genesis è figlio del suo tempo, cosa che non si può dire per la maggior parte degli altri gruppi loro contemporanei, spesso rimasti legati mani e piedi alle origini perché semplicemente incapaci di andare
oltre. Il tempo, poi, è galantuomo.

Io, per esempio, a un album come “Abacab”, che ho odiato profondamente al momento della pubblicazione, ho successivamente riconosciuto il ruolo di necessario spartiacque e oggi lo trovo, a suo modo, anche innovativo.

Viceversa “Invisible Touch” rimane a mio modo di vedere il punto artisticamente più basso della loro carriera, sia a livello compositivo che sonoro, e tuttavia quel disco spaccò le classifiche di tutto il mondo, riuscendo a catalizzare l’attenzione di folle oceaniche nonostante, negli anni dell’edonismo, fosse difficile trovare un artista meno sexy di Phil Collins!

Sicuramente l’avvento dell’elettronica ha apportato innovazioni non sempre entusiasmanti; l’uso delle drum machine e soprattutto delle programmazioni e dei sequencer, nonché le sonorità dei sintetizzatori, hanno reso il sound più plasticoso e meno sofisticato, anche a causa della progressiva involuzione (o
comunque del minore utilizzo) di strumenti come il piano di Tony e il basso di Mike.

Ma ogni album dei Genesis contiene perle armoniche di devastante bellezza, anche gli ultimissimi. Si pensi a certe sequenze di accordi usati in brani come “No Son Of Mine”, “Calling All Stations” e “Uncertain Weather”.

In molti, anche su Dusk, sostengono che, invece di una stanca reunion, i Genesis avrebbero potuto produrre un album in studio. A parte le condizioni di Phil, secondo te sarebbe possibile? E che tipo di musica farebbero nel 2020?

Personalmente nutro grande rispetto per chi, nonostante l’età, continua a produrre musica nuova. Pensa a gente come Bob Dylan, Neil Young, Bruce Springsteen. O, per restare in famiglia, a Steve Hackett.

Viceversa, trovo irritante l’atteggiamento di Gabriel e Collins, incapaci di rimettersi in discussione. Qui nessuno si aspetta necessariamente un capolavoro, perché gli anni più creativi sono solitamente per tutti quelli della
gioventù, ma avere il terrore di un giudizio poco lusinghiero o peggio ancora di non vendere abbastanza (timore del resto ormai insensato, se si ragiona ancora nell’ordine dei milioni di copie di dischi, oggigiorno una chimera per chiunque) non fa onore ad artisti che, invece, hanno sempre dimostrato di avere gli attributi per fregarsene di tutto e andare dritti per la loro strada.

Personalmente fui profondamente deluso anche dalla reunion del 2007, artisticamente inutile, figuriamoci oggi, ben 13 anni dopo, e con tutto quello
che c’è stato nel mezzo, a cominciare ovviamente dai malanni fisici di Phil.

Anche io, quindi, avrei preferito di gran lunga che si rimettessero a scrivere qualcosa di nuovo. Certo, le probabilità di una delusione sarebbero state molto alte: hanno ormai 70 anni e non hanno lavorato tutti e tre insieme per quasi 30, quindi persino la famosa chimica che è sempre scattata tra loro avrebbe potuto non funzionare, questa volta.

Ma sarebbe stata una bella prova di coraggio e i fan sicuramente li avrebbero accolti a braccia aperte, fatta salva l’onestà critica.

Alla tua domanda su che tipo di musica farebbero, però, è davvero difficile
rispondere: l’ultima composizione originale di Phil che abbiamo potuto ascoltare risale al 2003, Tony è fermo addirittura al 1995 col rock (poi come sappiamo si è dedicato alla musica classica, che compositivamente è una cosa ben diversa), mentre Mike con i suoi Mechanics (nei quali scrive sempre in compagnia, ricordiamolo) ha dimostrato di privilegiare un pop di poche pretese e parecchia elettronica.

Forse ne verrebbe fuori un pastrocchio senza senso, ma forse anche no. E comunque se non ci si mette alla prova non lo si scoprirà mai. Un fatto è certo: i Genesis come gruppo hanno smesso di comporre insieme nel 1997, quando Tony e Mike avevano appena 47 anni. E questa è una cosa che è difficile perdonargli.

Prima accennavi al nuovo Dusk. Di cosa vi siete occupati in questo numero?

A parte la storia di copertina, dedicata come ti dicevo a John Burns, nel numero 95 di Dusk pubblichiamo la seconda parte dello studio di Tommaso Rivieccio sugli strumenti e gli effetti utilizzati da Tony Banks su “The Lamb”.

Per quanto riguarda le novità, ci occupiamo delle ristampe di “Rated PG” di Peter Gabriel (che lo scorso anno era uscito solo su vinile per il Record Store Day) e di “The Living Room Concert” di Anthony Phillips, che contiene tre inediti.

Grande spazio è occupato dalle recensioni dei libri, poiché di recente ne
sono usciti un bel po’, l’autobiografia ufficiale di Steve Hackett su tutti.

E poi continuiamo a ospitare i ricordi di personaggi tangenziali che ci fanno scoprire tanti particolari sul mondo dei Genesis: questa volta tocca a Noel McCalla, indimenticato vocalist di “Smallcreep’s Day” di Rutherford, e Bob Ezrin, produttore del primo album solista di Gabriel.

Chi non l’avesse già fatto, può iscriversi e abbonarsi qui a DUSK.

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Richard Macphail: il libro “La mia vita con i Genesis” disponibile in italiano – COMPRA

Il libro dell’ex tour manager della band con la prefazione di Peter Gabriel, già uscito in inglese, ora nella versione italiana.

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Si intitola “La mia vita con i Genesis”, la versione italiana del libro di Richard Macphail, l’ex road manager del periodo che va dal 1969 al 1973, dei primi giorni della band e delle sessioni per la registrazione dell’album Trespass , che prese vita proprio nel leggendario Cottage di proprietà dei suoi genitori.

Acquistalo su Amazon:

Figura sempre più importante all’interno dei Genesis, fino al clamoroso addio dopo Foxtrot. Ufficialmente per occuparsi d’altro, ma pare che fosse sempre più in difficoltà di fronte agli appetiti del music business nei confronti della band.

Un ultimo e caldo saluto lo si può trovare nel retro di copertina dell’album Genesis Live, tanto da mettere in allarme i fan e far loro temere la morte di Richard. Il quale è invece vivo e vegeto, ancora in contatto con Genesis & Co. e partecipa spesso ai Genesis Day in tutto il mondo, Italia compresa.

Già in “My Book Of Genesis la prefazione di Peter Gabriel dimostra gli ottimi rapporti di Macphail con gli ex compagni d’avventura. 

Genesis, Richard Macphail racconta il suo libro – VIDEO

Il libro è scritto con Chris Charlesworth e darà ai lettori un quadro nella vita della band di quel periodo, vista dalla sua angolazione. Oltre a Gabriel ci saranno interventi degli altri membri della band e ancora più foto e un capitolo inedito rispetto alla versione inglese.

Ti interessa invece la versione inglese? Clicca l’immagine qui sotto e acquistala su Amazon.

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Un nuovo libro: “The Songs of Genesis: A Complete Guide to the Studio Recordings” – COMPRA

Un nuovo libro sui Genesis: “The Songs of Genesis: A Complete Guide to the Studio Recordings”, di Steve Aldous. Doppio formato.

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“The Songs of Genesis: A Complete Guide to the Studio Recordings”, di Steve Aldous è la storia cronologica della band, con l’analisi critica e i dettagli chiave di ciascuna delle 204 canzoni dei Genesis registrate e pubblicate.

Sono previsti due formati, per ora solo in inglese.

Acquistalo qui in formato Kindle:

Acquistalo qui in formato copertina flessibile:

Nato a Bury, nel Lancashire, nel Regno Unito, nel 1960, Steve Aldous si è interessato per tutta la vita al cinema, alla musica e alla narrativa poliziesca.

Negli ultimi anni si è dedicato alla scrittura. Il suo primo libro pubblicato, “The World of Shaft: A Complete Guide to the Novels, Comic Strip, Films and Television Series”, è una storia e un’analisi dell’investigatore privato nero di Ernest Tidyman, John Shaft ed è stato ben accolto dagli appassionati del genere.

Il suo ultimo libro è “The Songs of Genesis: A Complete Guide to the Studio Recordings”.

Ecco un estratto dalla prefazione:

Le canzoni dei Genesis sono state una parte enorme della mia vita, e questo libro è stato pensato per raccontare la storia dietro a ognuna di loro.

Il libro cataloga cronologicamente tutte le canzoni della band dai loro primi demo nel 1967 fino all’ultima registrazione in studio nel 1997, un periodo di trent’anni, che ha visto i Genesis progredire dalle origini di schoolboy band in uno dei più grandi gruppi rock del mondo.

Oltre ad offrire opinioni su ciascuna delle canzoni della band, fornisco informazioni sulle registrazioni basate su un’ampia ricerca di materiale d’archivio.

Lungo il percorso contrappongo le mie  opinioni con quelle degli stessi membri della band e della stampa musicale, che nei giorni post-punk, spesso arricciano il naso al solo accenno ai Genesis.

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Steve Hackett: tutti i libri “The Sound of Steve Hackett”, di Paulo De Carvalho – COMPRA

Please Don’t Touch!: The Sound of Steve Hackett, di Paulo De Carvalho, è l’ultimo dei tre volumi della raccolta di trascrizioni complete per chitarra degli album della carriera solista di Steve Hackett.

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Questo è il terzo libro/canzone sul sound di Steve Hackett: una selezione di trascrizioni per chitarra della sua carriera solista.

Il progetto presenta per la prima volta le trascrizioni dell’intero album Please Don’t Touch!

Il libro ha una grafica senza precedenti, descrive l’attrezzatura che Steve ha usato in studio, insieme all’adattamento per chitarra, di alcune parti del flauto, dell’ottavino e di altri strumenti.

Hackett stesso ha recensito il libro e ne ha scritto una prefazione.

Guarda gli altri due libri della serie The Sound of Steve Hackett:

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“Ecco come racconto i Genesis agli inglesi”. Mario Giammetti parla di “Genesis – 1967 to 1975, The Peter Gabriel Years”

“Genesis 1967 to 1975: The Peter Gabriel Years” è la versione inglese, arricchita di nuovi contenuti, di “Gli anni Prog” di Mario Giammetti. L’autore ce ne parla in questa intervista.

By Eugenio Delmale

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Il libro è pubblicato da Kingmaker.

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Mario Giammetti ha accettato di parlarne con Horizons Radio.

H.R.: Chiunque abbia letto la notizia dell’uscita del tuo libro ha pensato la stessa cosa: “non capita spesso che un saggio in italiano diventi una pubblicazione in inglese”. Ci racconti com’è andata?

Mario Giammetti: Erano alcuni anni che cercavo un editore internazionale per i miei libri sui Genesis. Durante questo percorso mi sono scontrato con ostacoli di vario tipo, qualcuno condivisibile (come può un editore inglese, per esempio, giudicare la qualità di un lavoro scritto in una lingua che non è in grado di capire?), altri molto meno. Ad esempio, ho appreso che in Inghilterra difficilmente viene dato ascolto a uno scrittore sprovvisto di agente: voglio dire, in Italia un agente potrà forse permetterselo Elena Ferrante, non certo chi scrive di musica! A tutto ciò andava poi aggiunto un problema non da poco, ossia che qualunque mio scritto avrebbe dovuto essere tradotto, con conseguente aggravio delle spese. Infine, anche se nessuno me lo ha mai detto espressamente, sotto sotto, da parte di qualche editore straniero ho anche percepito una sorta di diffidenza: tipo, cosa ne sa un italiano, dei Genesis?

Alla fine mi sono finalmente imbattuto nelle persone giuste: due appassionati veri (il giornalista della rivista inglese Prog, Nick Shilton, e il fondatore dei Big Big Train, Greg Spawton) che intendevano avviare una casa editrice musicale che prestasse particolare attenzione alla qualità del prodotto, mettendo in secondo piano i discorsi di cassetta.

Cosa ha colpito del tuo libro rispetto ai tanti scritti su di loro nella madrepatria dei Genesis?

Il focus è sulla musica, più che sulla storia, che è già stata sviscerata più che sufficientemente, da Armando Gallo in primis. Alla resa dei conti, ciò che ci fa amare i Genesis è la loro produzione artistica, no?

Il tocco di classe sono però gli ascolti che una parte del gruppo ha accettato di fare con me: ho ascoltato l’intero The Lamb con Tony Banks negli studi the Farm, From Genesis To Revelation e Trespass con Ant Phillips (che non lo aveva fatto per 40 anni!), gli altri tre con Steve Hackett. Prova solo a immaginare cosa possa significare, dopo avere assimilato ogni passaggio in decenni di passione, riascoltare quelle note magiche spalla a spalla con chi le ha composte e registrate: i loro commenti quasi minuto per minuto sono diventati qualcosa di realmente nuovo per la bibliografia sui Genesis.

Tengo poi a precisare che tutte le dichiarazioni incluse nel libro sono inedite, dato che solo una piccola parte delle interviste che Gabriel, Collins e Rutherford hanno rilasciato al giornalista inglese Mike Kaufmann erano state incluse nei video bonus dei remaster 2008.

Quali difficoltà hai incontrato nel far tradurre il tuo libro dall’italiano in inglese?

Nessuna. Merito di Octavia Brown, che è stata incaricata direttamente dall’editore. Octavia è bilingue ma è anche molto preparata a livello musicale, essendo peraltro coinvolta in diverse situazioni anche in Italia (a cominciare dal famoso Prog Festival di Veruno). Quindi è stata bravissima anche nelle parti più tecniche, che mi davano qualche preoccupazione. Ho letto da qualche parte il commento di un lettore inglese, il quale sostiene che non sembra un libro tradotto da un’altra lingua, e questa credo sia una grande soddisfazione per tutti.

Ci sono differenze tra la versione italiana e quella inglese? Quali?

Molto poche, in quanto la Kingmaker ha acquistato i diritti dalla Giunti con l’obbligo di rispettare il più possibile l’edizione italiana. Naturalmente però è stato sistemato qualche refuso ed è stata ulteriormente migliorata la lista dei concerti grazie a un maniacale lavoro di revisione fatto insieme a George German e Alessandro Borri.

E poi, su mia richiesta, sono ora indicate le fonti di ciascuna dichiarazione, frase per frase, che la Giunti aveva preferito invece raggruppare a fine capitolo. Infine, abbiamo aggiunto brevi estratti di interviste che ho realizzato dopo il 2013 ed anche qualche foto.

Cosa si prova a vedere il proprio libro in versione inglese?

Era il mio sogno ed è una grande emozione. Il libro è stampato su carta di altissima qualità e sinceramente non potevo chiedere di meglio.

Qualche membro dei Genesis ha avuto modo di vedere già la pubblicazione?

Mi risulta sia stato inviato a tutti, ma non so se sia giunto alle varie destinazioni. Il coronavirus ha creato molte difficoltà organizzative e anche le solitamente efficientissime poste inglesi sono andate in tilt. Io stesso ho ricevuto le mie copie solo ieri (e nel mio caso è stato usato un corriere).

Non credo che Tony o Mike siano molto interessati a leggere in materia Genesis, ma spero facciano un’eccezione questa volta trattandosi di una prospettiva differente dove è anche divertente mettere a confronto i diversi ricordi e opinioni da parte dei membri della band.

Spero che Ant legga almeno i primi due capitoli, dato che credo sia il primo libro in assoluto che mette così in risalto la sua figura.

In quanto a Steve, sono certo che lo leggerà dall’inizio alla fine!

In Italia sarà reperibile il tuo libro? Come?

Non credo si troverà nelle librerie, non avrebbe nemmeno molto senso essendo la versione italiana “Gli anni Prog” tuttora in catalogo. Si potrà certamente ordinare via Internet.

Al momento è disponibile sul sito della Burning Shed, ma mi risulta che più avanti la vendita sarà allargata anche alle altre piattaforme, tipo Amazon.

Ti aspetti di vendere molto, in Inghilterra? Come sono percepiti là, oggi, i nostri amati Genesis? Suscitano ancora interesse?

Ti racconto un aneddoto. Una decina di anni fa riuscii faticosamente ad arrivare a Chris Charlesworth, notissimo giornalista inglese che, al tempo, era a capo dell’ancor più famosa Omnibus Press (secondo Wikipedia, addirittura il più grande editore musicale del mondo!). Gli avevo proposto il progetto ‘Genesis Files’ (una collana di sette libri, uno per ciascun membro dei Genesis, anche se all’epoca ero solo a poco più di metà dell’opera, che avrei completato solo nel 2016 ed è tuttora disponibile in italiano per le Edizioni Segno), sottolineando il fatto che non è mai stato realizzato niente di simile in nessuna parte del mondo. Charlesworth, dopo averci pensato un attimo, mi rispose che la forza commerciale dei Genesis non era sufficiente per giustificare un’operazione di questo tipo.

Per quanto la cosa possa sembrarci strana, dobbiamo rassegnarci di fronte al fatto che i Genesis non saranno mai considerati alla stregua di Beatles, Stones, Zeppelin, Queen, Pink Floyd, U2 eccetera, la cui popolarità in termini di vendite è abissalmente superiore. Questo, ovviamente, vale a maggior ragione in Italia. E tuttavia, la risposta dei fan inglesi alla reunion della fine di quest’anno, nonostante i costi proibitivi dei biglietti, è stata entusiasmante.

In definitiva, i Genesis restano sicuramente degni, anche in patria, di essere annoverati tra i grandi del rock, ma forse non tra i grandissimi. Sia chiaro che questa non è la mia opinione, ma solo quello che credo di aver percepito da quelle parti.

Ora che il dado è tratto, pubblicherai altro in inglese, su di loro, per esempio, il secondo volume, il post-Gabriel?

Sì, c’è già un accordo con Kingmaker per pubblicare il seguito della storia dei Genesis, che del resto avevo già completato alla fine del 2017. Ci ho dato già una controllata e ora è tutto nelle mani di Octavia Brown per una pubblicazione nel corso del prossimo anno. Magari con l’aggiunta di un capitolo finale dedicato al Last Domino tour.

Intanto è appena uscito il nuovo numero di Dusk, il Genesis Magazine di cui, ricordiamolo per i pochissimi che non lo sanno, sei ideatore e direttore.

Con leggero ritardo, per via della pandemia che ha rallentato la lavorazione e la spedizione.

In copertina ovviamente la reunion dei Genesis, sulla quale con trasparenza esprimiamo i nostri legittimi dubbi, ma questa volta ci siamo focalizzati in particolare sulla figura di Phil Collins: con la scusa di due recenti ristampe in vinile e di un libro, Francesco Gazzara ha stilato un godibilissimo dizionario sul grande artista.

Inoltre ricordiamo i 25 anni dei Musical Box e abbiamo rintracciato alcuni personaggi tangenziali, ma oltremodo interessanti, che hanno gravitano intorno all’orbita Genesis.

Per ragioni di spazio, delle quattro interviste già realizzate, questo numero contiene solo le prime due: ad Allan Schwartzberg, batterista del primo album e del primo tour solista di Peter Gabriel, e a Harry Kim, trombettista al fianco di Collins da trent’anni.

Un grazie e un “in bocca al lupo” a Mario Giammetti per tutto il suo lavoro. Ed ecco la copertina di Dusk

Il libro comprende, oltre interviste esclusive ai membri del gruppo e ai principali collaboratori, come ci ha raccontato Mario, alcune foto inedite.

Kingmaker Publishing è stata lanciata l’anno scorso dal giornalista Prog Nick Shilton e dal fondatore dei Big Big Train Greg Spawton.

Dice Spawton al Magazine Prog:

«Sono un grande fan dei Genesis sin dalla mia giovinezza e ho letto ogni libro esistente sulla band. Tuttavia, il libro di Mario contiene una grande quantità di dettagli sull’era di Peter Gabriel dei Genesis che prima mi erano sconosciuti. Sentivo che queste intuizioni dovevano essere condivise con la base di fan dei Genesis e quindi ero desideroso che il libro di Mario fosse la prima pubblicazione di Kingmaker».

Non hai la versione italiana del libro di Mario Giammetti? Comprala qui:

Questo è il suo primo libro di Mario Giammetti in lingua inglese. GUARDA GLI ALTRI LIBRI DI GIAMMETTI SU AMAZON.

Le ultime della Band su Horizons Genesis:

Angolo del Collezionsta

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