50 anni di “Nursery Cryme”, 6.a tappa: i Genesis in ritiro nel “Cottage” – RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Luxford House, foto di Austin Gray dal sito web mansionglobal.com

La sesta tappa ha luogo nell’estate 1971, quando i Genesis, con la nuova formazione, si chiudono nella Luxford House, presa in affitto Tony Stratton-Smith, per la composizione dell’album.

Come abbiamo visto nelle precedenti puntate, hanno fatto il loro ingresso nei Genesis Phil Collins in agosto – LEGGI e Hackett nel dicembre 1970 – LEGGI -.

I due nuovi elementi hanno fatto il loro esordio in concerto con i Genesis – LEGGI. 

E ci sono stati anche i primi live fuori dal Regno Unito, in Belgio, con la nuova formazione LEGGI.

Ora è arrivato il momento di pensare seriamente al nuovo album.

Racconta Armando Gallo in Genesis: I Know What I LikeAcquistalo qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

…che Luxford House di Tony Stratton-Smith è un bell’edificio del ‘500 in stile Tudor a Crowborough, East Sussex e compare nella copertina dell’album “Pawn Hearts” dei Van der Graaf Generator.

In effetti da lì sono transitati VDGG, Leonard Cohen e tanti altri, vista l’atmosfera positiva per i musicisti (e va anche molto di moda isolarsi in campagna per comporre).

Parti del cottage, che ha sei camere da letto, risalgono al 1510. La proprietà è stata estesa e rinnovata nel 1930, quando è stata acquistata da Sir Hugh Beaver, il direttore generale del Ministero dei lavori durante la seconda guerra mondiale, che più tardi ha fondato il “Guinness Book of Records”.

La casa ha fatto un’apparizione anche sulla copertina di “Stones” di Neil Diamond, con un’immagine del cantante seduto accanto al memorial della moglie di Beaver nel giardino.

Una leggenda diceva che fosse infestata dai fantasmi e Phil Collins è tra coloro che ci credono fermamente.

«Sono sicuro che ci fossero i fantasmi – ricorda Phil nel libro – c’erano strane vibrazioni. C’era una quadro con occhi che ti seguivano ovunque e altre bizzarrie.»

Sembra a tutti il luogo ideale per immergersi nel processo creativo senza le distrazioni di Londra e dei concerti. La grande casa con il tetto di paglia, conosciuta come “The Cottage” è il loro alloggio, mentre le prove si svolgono nel suo edificio esterno, ribattezzato “Toad Hall“, “Sala del Rospo”

«Dovevamo imparare a suonare insieme – racconta Tony Banks nel libro di Gallo – dovevamo provare il repertorio vecchio e nuovo. “Nursery Cryme” era difficile da comporre e ci mancava un bel po’ di materiale. Io stavo aggiungendo al pianoforte l’organo e il mellotron, con molte difficoltà da tutti i punti di vista.»

Tra i problemi c’è anche la mancanza del genio compositivo di Anthony Phillips, un notevole cambiamento per i vecchi membri della band. Per i nuovi arrivati, invece, la sfida è abituarsi ai diversi metodi di scrittura dei componenti. Ma Steve e Phil percepiscono la grande passione che tutti mettono in questa impresa, oltre alla favorevole collocazione nella bellissima campagna inglese.

Racconta Phil Collins nella sua autobiografia – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Mangiamo ottimi pasti, beviamo litri di vino rosso, giochiamo a croquet sui prati. Quel gioco antiquato, aristocratico e molto inglese influenza l’immagine di copertina del disco in gestazione (…).

Quando si tratta di scegliere le stanze a Luxford House, entra in ballo di nuovo la gerarchia sociale. Pete, Mike e Tony scelgono per primi dove dormire, i nuovi arrivati, io e Steve, si arrangiano con gli avanzi. Alla fine non mi importa più di tanto, ci sono ben altre cose a cui pensare: questo sarà il disco d’esordio della nuova formazione dei Genesis

Racconta Richard Macphail in My book of GenesisAcquistalo qui sotto:

«Io ero di nuovo al servizio di catering in una cucina che era molto meglio attrezzata di quella del Christmas Cottage. L’attrezzatura era allestita in una stalla e c’erano molte camere da letto per tutti. (…) 

Facevo la spesa per tutti o guidavo fino a Londra per ritirare gli stipendi. Era divertente stare in un bel posto in campagna, con Jill e le altre ragazze della band che a volte si univano a noi nei fine settimana.»

Ricorda Steve Hackett nella sua autobiografia A Genesis in my bed… – Acquistala qui sotto:

«Di notte mi svegliavo alle 3 del mattino, aspettandomi di sentire la campana confortante risuonare forte fuori da Victoria Station, ma invece in quel cottage, c’era un interminabile silenzio, fuori dalla stanza. Niente traffico, niente sferragliare di treni per cullarmi, per farmi addormentarmi e nessun lampione o lampeggiare di fari di auto per guidare la strada verso il bagno.

Poi improvvisamente c’era un frastuono incessante di uccelli che cinguettavano di prima mattina. Come poteva un ragazzo dormire così? Rinunciavo a dormire e andavo a prendere il mio pacchetto di sigarette. (…)

Ma al cottage, non era solo la stranezza del luogo e della compagnia che mi faceva sentire solo. Quando non stavamo provando, ero consapevole di essere un ragazzo single. (…)

Non avevo realizzato quanto mi sentissi solo fino a una sera quando stavo parlando con le ragazze di Peter e Tony Jill e Margaret, e Jill disse: “Non hai una ragazza, Steve?” Sono scoppiato in lacrime e lasciai la stanza. Ero troppo
imbarazzato per tornare giù e dormii con la mia chitarra.

Era diverso quando provavamo. Venivo assorbito dalla musica. (…) Ero entusiasta di lavorare con loro. Era un periodo veramente creativo e il gruppo fiorì in questo ambiente.

Era un’estate calda. A volte ci sedevamo sull’erba fuori con le chitarre a dodici corde.»

Foto di Jo Hackett, dal sito web HackettSongs.com. Leggi il racconto di quei giorni anche nel blog di Steve. Clicca sull’immagine.

«Ci siamo presi l’estate libera con grande disapprovazione del nostro agente –  ha dichiarato Peter Gabriel a Sounds nel 1972 e citato in Without Frontiers: The Life and Music of Peter Gabriel by Daryl Easlea – ma penso che fosse molto necessario perché era il primo album su cui avevamo lavorato con Steve e Phil e loro stavano giocando un ruolo molto importante.»

In questo contesto inizia il processo creativo di “Nursery Cryme”, che approfondiremo, con le testimonianze dei Genesis, nella prossima tappa.

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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