Buon compleanno, Tony Banks 75 anni! 27 marzo 1950 – VIDEO & RICORDI

Anthony George (Tony) Banks è nato a Lewes il 27 marzo 1950. Gli facciamo tanti auguri per i 75 anni attraverso video e curiosità.

Tony Banks viene descritto da Armando Gallo come una persona silenziosa, di poche parole, sin da quando era un ragazzo. Ma le rare volte che parlava, valeva la pena ascoltarlo. Gallo ricorda come fosse lucidissimo nel descrivere i piani della band nei successivi sette mesi e l’album che stava per arrivare: Foxtrot. E spiegava come le storielle che Peter Gabriel si inventava in concerto, sarebbero servite a esplicare i testi non sempre di primo impatto della band. (da Armando Gallo, Genesis: The Evolution of a Rock Band, S&J Ed.)

Gli amici prima di tutto. Dopo la pubblicazione del secondo album, Trespass, il gruppo conobbe un periodo di crisi causato dall’abbandono di Anthony Phillips; dopo ciò, Banks voleva abbandonare il gruppo, ma fu convinto dai compagni a proseguire la propria avventura con la band senza l’aiuto del chitarrista.

Le sue introduzioni indimenticabili, come quelle di Watcher of the Skies, Firth of Fifth, The Lamb Lies Down on Broadway. I suoi Assoli intramontabili, tra gli altri in Supper’s Ready, The Cinema Show, In The Cage, Robbery, Assault & Battery, Duke’s Travels/Duke’sEnd.

E’ il creatore, tra le altre, di White Mountain, dei testi di Seven Stones, Harlequin e The Cinema Show. Di Firth of Fifth – ha scritto anche l’assolo di chitarra di Steve Hackett -, Time Table, Entangled, A Trick of the Tail, Mad Man Moon, One for the Wine, Afterglow.

Tony non ha suonato solo le tastiere nei Genesis. Certi suoi passaggi con la 12 corde acustica in canzoni come The Musical Box, Entangled, The Cinema Show e all’inizio di Supper’s Ready sono indimenticabili. Banks è anche stato un back-up vocalist occasionale e co-lead vocals in Shepherd.

Banks è stato un innovatore del sound del rock, pioniere, nella sua carriera, nell’uso di molte tastiere e sintetizzatori particolari. E’ stato definito il tastierista più raffinato del prog rock.” Ha utilizzato svariati tipi di tastiera, padroneggiandoli con una tecnica unica, in diversi brani, ricorrendo pure a soluzioni artigianali, anche durante i concerti, per poter ottenere i risultati che ricercava. Guarda le video-interviste di Tony sull’uso dei vari effetti nei suoi album solisti.

Grazie a Tony sono entrate nei testi e nelle atmosfere dei Genesis opere letterarie di fantascienza (Watcher of The Skies, One for the Wine, Heathaze, Domino), fantasy (A Trick of the Tail), il Piccolo Principe (Mad Man Moon), le atmosfere vittoriane di Cime Tempestose (è stato lui a leggere il romanzo e a riportare le influenze nel titolo e all’interno di Wind & Wuthering) e di Dickens (Home By the Sea), T.S. Eliot, La Terra Desolata (The Cinema Show – in cui c’è anche Shakespeare – Romeo e Giulietta – e La Metamorfosi di Ovidio – Tiresia), John Keats (The Lady Lies), e poi dal filosofo Protagora (Harlequin) a San Paolo (Cul-de-Sac), da Zanna Bianca di Jack London (White Mountain) a Tom & Jerry – o Gatto Silvestro – (All in a Mouse Night)

Tony risulta essere un musone, un tipo non particolarmente simpatico, con poco senso dell’umorismo. Ma in certi momenti (tra quelli pubblici, ovviamente) non è così. Sul palco Banks ha talvolta anche indossato un boccaglio durante l’esecuzione di Who Dunnit?….

…O come in occasione del primo video in assoluto dei Genesis: Robbery, Assault & Battery. GUARDA:

“I protagonisti sono gli stessi membri del gruppo, con un barbuto Phil Collins particolarmente a suo agio nei panni del ladro […] e gli altri tre in divisa da poliziotto (notevole il ruolo di Tony Banks che, pur prendendosi una pallottola dal brigante, nelle scene successive si muove proditoriamente all’inseguimento del lestofante)”. (da Giovanni De Liso, Genesis, Behind the lines. Testi commentati (1969-1998), Arcana ed.)

Banks attualmente vive con la moglie Margaret, in una casa a sud di Londra. La coppia si è sposata il 29 luglio 1972 e ha due figli: Benjamin (nato nel 1978) e Emily (1981). E’ una delle relazioni più longeve della storia del rock. Hanno fatto una luna di miele di un giorno perché Banks era troppo impegnato a finire l’album dei Genesis Foxtrot. Banks ha detto: “La band era dispiaciuta per me, così hanno pagato per farla venire nel tour successivo.” (da Blake, Mark 10 luglio 2015 “Q&A: Tony Banks” Team Rock Retrieved 7 Marzo 2018). La coppia vive vicino a Godalming, nel Surrey.

E’ stato nominato Prog God 2015 agli annuali Progressive Music Awards. Tony è classificato al numero 11 nella classifica di Music Radar dei più grandi tastieristi di tutti i tempi.

Ed ecco la sua pubblicazione più recente: “18 Pieces for Orchestra“.

Per saperne di più leggi la biografia di Mario Giammetti: Tony Banks. Man of spells. CLICCA QUI

Ecco la discografia da solista di Tony Banks.

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25 anni fa Phil Collins vinceva l’Oscar con “You’ll Be In My Heart” dal film Tarzan, 26 marzo 2000 – i VIDEO & i RICORDI di Phil

“You’ll Be In My Heart” dal film Tarzan vince l’Oscar per la Canzone Originale alla 72ª edizione della cerimonia di premiazione che si è tenuta il 26 marzo 2000 allo Shrine Auditorium di Los Angeles.

Video:

 

Ricorda Phil:

“Il 16 giugno 1999, due giorni prima che Tarzan esca negli Stati Uniti, ottengo la mia stella sulla Hollywood Walk of Fame, davanti al Capitan Theatre della Disney. Mai in un milione di anni un umile ragazzino di Hounslow avrebbe potuto immaginarlo”. Prosegue Phil nella sua autobiografia:

“È la sera degli Oscar 2000. Stavolta mi ritengono abbastanza bravo per cantare la mia canzone. A presentare la categoria è Cher. Quando apre la busta e pronuncia il mio nome – ho vinto l’Oscar per la miglior canzone originale – sono assolutamente sbalordito.

A conti fatti, ricordo i quattro anni di lavoro su Tarzan come un’avventura straordinaria. Mi sono impegnato a fondo, ho superato i miei limiti, ho conosciuto persone fantastiche e ho imparato moltissimo su una forma artistica nuova.”

Phil aveva anche vinto il “Best Original Song Motion Picture” ai Golden Globes (2000):

Ma le altre volte non era andata così bene. Ecco il rapporto degli ex Genesis con i premi cinematografici:

“Against All Odds” eseguita da Ann Reinking. Nomination come Migliore Canzone Originale alla 57th Annual Academy Awards (1985), nomination come Miglior Album Originale per Phil Collins, Stevie Nicks, Peter Gabriel, Stuart Adamson, Mike Rutherford, Kid Creole, Michel Colombier, Larry Carlton.

Phil Collins è così felice quando “Against All Odds” viene nominata per un Academy Award nel 1985, che rimanda il suo tour australiano per poter partecipare all’evento.

La canzone è stata la sua prima Number One in America e Phil è entusiasta di avere la possibilità di esibirsi agli Oscar davanti a un pubblico mondiale di milioni di persone. Ma c’è un problema.

“Un anno dopo la pubblicazione, Against All Odds è candidata all’Oscar come miglior canzone originale – racconta Phil Collins nella sua autobiografia -.

Di norma i brani in gara vengono eseguiti dai rispettivi artisti, ma nel
1985 l’Academy ha deciso di cambiare e affidarli ad altri interpreti.

La querelle inizia in sordina, con un messaggio all’Academy nel quale comunichiamo la nostra disponibilità a fermarci a Los Angeles
per esibirci durante la cerimonia prima di partire per un tour australiano. Da quel momento cominciano a volare le lettere, una delle quali indirizzata a un certo «Mr Paul Collins».”

Phil è un cinefilo incallito, ha sempre guardato la notte degli Oscar e ora ha il privilegio di essere nella rosa dei candidati.

Non voglio offendere nessuno pretendendo di cantare la mia canzone, ma da un momento all’altro mi ritrovo nel pieno di un incidente hollywoodiano”, ricorda.

Phil non lascia trasparire la delusione, dicendo ai giornalisti sul red carpet che non vede l’ora di assistere alla versione della Reinking. Ma dentro di sé cova molta delusione.

Against All Odds verrà cantata in playback da una ballerina – continua Phil -. Va detto che non si tratta di una ballerina qualsiasi, ma della veterana Ann Reinking, ex compagna del grande coreografo Bob Fosse. Non che questo impedisca alla performance di essere un disastro colossale. (…)

Non appena Ann Reinking intona la mia canzone mille occhi mi fissano, curiosi di vedere la mia reazione. Sono semplicemente imbarazzato, per il modo in cui sento massacrare il mio brano e per le idee sbagliate che si è fatto il pubblico.”

E Phil non vince. Stevie Wonder riceve il premio per la miglior canzone per “I Just Called to Say I Love You”.

Phil Collins & Lamont Dozier vincono il Golden Globe per la Migliore Canzone Originale nel 1989, ricevendo anche la nomination agli Oscar per “Two Hearts”, musica di Lamont Dozier e testo di Phil Collins nel film Buster (Buster).

E’ l’anno di Un pesce di nome Wanda e tra il pubblico c’è John Cleese, candidato al titolo di Miglior Attore.

“«Tutto questo è fantastico» dichiaro sul palco dei Globes a Los Angeles dopo aver ritirato il premio – ricorda Phil nella sua autobiografia –. «Ho scritto la canzone per Buster, un film inglese che è passato completamente inosservato, soprattutto per colpa della casa di distribuzione. E tuttavia, come dico sempre, perdona e dimentica. O almeno fai finta

A quelle parole, dal pubblico prorompe una risata. È John Cleese, che ha riconosciuto la battuta del suo Basil in «Fawlty Towers». Ho fatto ridere John Cleese: ora sì che posso dirmi soddisfatto.”

Peter Gabriel singing “That’ll Do” at the 71st Annual Academy Awards (1999).

“Eravamo molto soddisfatti –  ha detto Bob Ezrin, citato in Senza frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel di Daryl Easlea. “È stato interessante perché quando facevamo Car, ho messo in contatto io a Los Angeles Peter con Randy Newman come scrittore e artista. Il primo incontro di Peter a Randy è stato tramite me alla Nimbus.

Harry Garfield, il direttore musicale del film Babe 2 ha fatto la chiamata. Ho pensato che fosse poetico. Peter era naturalmente eccitato. Era eccitato
che noi tre potessimo riunirci nella stessa stanza, era una società di reciproca ammirazione tra noi“. 

Il brano viene sconfitto da  ‘When You Believe’ da The Prince Of Egypt di Stephen Schwartz. 

 

Peter Gabriel nomination all’Oscar 2009 Migliore Canzone Originale per “Down To Earth” dal film Wall-E ai Golden Globes, e per la Migliore Canzone Originale all’81st Academy Awards. 

Un’altra gaffe diplomatica dell’Academy. Gabriel avrebbe potuto eseguire solo un frammento della canzone di 65 secondi.

“All’inizio speravamo di esibirci – ha ricordato Peter, citato in in Senza frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel di Daryl Easlea.

Avevamo dato per scontato, visto che c’erano solo tre candidati, che le canzoni sarebbero state eseguite per intero.

Ma i produttori hanno insistito e… così ho deciso di
ritirarmi dalla cerimonia, ha detto Peter.

Peter resta in platea, mentre John Legend, accompagnato da The Soweto Gospel Choir, ha eseguito la canzone al posto di Gabriel.

“Down to Earth” ha perso, battuta da “Jai Ho” di A. R. Rahman di Slumdog Millionaire. “The Wrestler” di Bruce Springsteen per il film omonimo era il terzo brano candidato.

Tuttavia Peter ha vinto il Grammy Award per la Migliore Canzone scritta per un film, televisione o altri media visivi nel 2009.

Oscar 2020. Un video-montaggio ha reso omaggio alle canzoni iconiche indissolubilmente legate ai film classici, rivisitando opere come “in Your Eyes” di Peter Gabriel in “Say Anything”, “Don’t You Forget About Me” di Keith Forsey in “The Breakfast Club” e “Lose Yourself” di Eminem in “8 Mile”.

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40 anni fa Peter Gabriel era in tour in Italia per la prima volta da solista il 28, 29 e 30 settembre 1980 – PODCAST & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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Il 28 settembre 1980 Peter Gabriel torna in Italia, ma non con i Genesis, da solista. L’inizio della parte italiana del tour è al Parco delle Cascine di Firenze.

Per tanti ragazzi italiani è la prima occasione di vedere un membro dei Genesis dal vivo.

I Genesis erano stati per l’ultima volta in concerto in Italia il 25 marzo 1975.

Allora c’era ancora Peter Gabriel, era il The Lamb Lies Down On Broadway Tour e quello del Parco Ruffini di Torino, sarebbe stato l’ultimo live, per molti anni, a causa degli scontri con la polizia. La tournée italiana infatti fu annullata dopo gli incidenti e i tafferugli in altri live, che stanno per condannare il nostro paese a una quarantena senza artisti stranieri durata anni.

Di fatto resta uno degli ultimi di quel periodo. GUARDA E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SUL CONCERTO DI TORINO DEL 1975.

Nel frattempo sono usciti dalla band sia Peter Gabriel che Steve Hackett. Ma ancora nessuno di loro è venuto a suonare in Italia. Quindi l’attesa è tantissima.

Ecco il biglietto:

Ricordo l’apertura dei cancelli, anzi, dopo i primi che hanno scavalcato le deboli barriere, tutti dentro in una corsa lunghissima, liberatoria, lungo tutto il Prato delle Cornacchie, in fondo al quale si ergeva il palco.

Poi la lunga attesa al caldo, in un clima festoso e tranquillo. Fino all’arrivo di Peter sul palco, ma non per iniziare a suonare, bensì per introdurre a modo suo (“ascoltateli con l’attenzione e il rispetto con cui ascoltate me”) gli sconosciuti Simple Mind. E nonostante le raccomandazioni di Peter, per il gruppo di Jim Kerr, tanti oggetti lanciati sul palco e poca attenzione.

Poi finalmente Peter e la sua band iniziano il concerto. Le luci si spengono. Tutto è buio. Parte “Intruder” e inizia una certa animazione in un settore del prato. Qualcuno del pubblico si è trovato accanto proprio Peter. 

Infatti i musicisti raggiungono il palco passando in mezzo alla gente, creando un effetto straordinario in tutti noi. Indossano una tuta nera, in sintonia con il concept del China Tour 1984.

A proposito, ecco la line up:

Peter Gabriel – voce e tastiere
Larry Fast – sintetizzatori e tastiere
Jerry Marotta – batteria
John Ellis – chitarra
John Giblin – basso

E due estratti audio di quel concerto:

Il concerto è bellissimo. Peter, come si può ascoltare dall’audio, è molto comunicativo e tenta anche di parlare in italiano, proprio come faceva con i Genesis, leggendo dei bigliettini, spesso con risultati comici.

Ecco la setlist:

Gran finale con “Here Comes the Flood”. Peter la canta da solo, senza la band, accompagnandosi al pianoforte. 

Tutti speravamo di sentire anche “The Lamb Lies Down on Broadway” e “Back in N.Y.C”, che Peter aveva eseguito nei tour precedenti. E li chiedevamo a gran voce, ma non siamo stati accontentati. Il Peter Gabriel del bellissimo terzo album da solista (vedi sotto) è ormai lontano dalle sonorità e anche del retaggio dei Genesis.

Bootleg:

ON THE STAGE Sep 28, 1980 Parco Le Cascine – Florence, Italy 1cdr
FIRENZE ’80 COMPLETE Sep 28, 1980 Parco delle Cascine – Florence, Italy 2cdr
FIRENZE ’80 BTC023 Sep 28, 1980 Parco delle Cascine – Florence, Italy 2cdr

Il 29 settembre è al Palasport di Genova.

Qui Peter arriva sul palco dal fondo della platea, sempre nel buio totale facendosi largo con una torcia a spalla. Come a Firenze, il pubblico non si rende bene conto di cosa stia accadendo.

Ecco la set list del concerto: 

E qui un audio del live

Il biglietto:

I bootleg:

CHINATOUR Sep 29, 1980 Palasport – Genoa, Italy 2cdr
GENOVA ’80 BTC023 Sep 29, 1980 Palasport – Genoa, Italy 2cdr

Il 30 settembre al Palasport di Torino ultima tappa del tour in Italia.

Qui, prima del concerto, c’è stato un episodio curioso, che ha sollevato ancora di più il morale del pubblico già eccitato. Alcuni dei roadies hanno fatto uno scherzo, decidendo di riprodurre un nastro di “I Know What I Like”.

Il Palasport è quasi esploso, aspettandosi come un miracolo da un momento all’altro, ma poi, rendendosi conto che difficilmente sarebbe stato così, il boato si è presto trasformato in un gigantesco coro.

Ecco il biglietto:

E alcune IMMAGINI.

E qui un RARO VIDEO di quel concerto:

La set list:

Anche  di questo live esistono vari bootleg (DETTAGLI & ASCOLTALI QUI):

TORINO ’80 Sep 30, 1980 Palasport – Torino, Italy 2cdr
TORINO ’80 BTC023 Sep 30, 1980 Palasport – Torino, Italy 2cdr
TORINO ’80 Sep 30, 1980 Palasport – Torino, Italy 1cdr

Questo è un resoconto del giorno successivo da Stampa Sera (fonte: Archivio La Stampa):

Se hai ricordi di questi concerti, raccontaceli a questo link.

Peter Gabriel - Melt

In occasione del 40ennale, Peter Gabriel ha pubblicto questo raro filmato di ‘Games Without Frontiers’ registrato live a Buenos Aires nel 2009.

Il 28 maggio 2020 Peter ha fatto uscire questo video che riprende un’intervista realizzata nel 2002 per l’uscita del CD ri-masterizzato. Gabriel parla della realizzazione del suo terzo album omonimo, appunto, chiamato Melt per via dell’iconica immagine di copertina, creata da Storm Thorgerson dello Studio Hipgnosis.

Ed ecco 10 motivi per riascoltare questo album.

1.  E’ l’album di Gabriel maggiormente costellato di ospiti prestigiosi, come il produttore Steve Lillywhite e il chitarrista Dave Gregory (I Don’t Remember e Family Snapshot) degli XTC, l’inizio della lunga collaborazione con David Rhodes, il vecchio amico Phil Collins e il percussionista Morris Pert (Intruder e No Self Control), la nuova collaboratrice Kate Bush (No Self Control e Games Without Frontiers), il sassofonista inglese Dick Morissey (Start), Paul Weller, allora leader dei Jam (And Through The Wire).

2. Per la prima volta Peter ha usato la drum machine (Games Without Frontiers e Biko, in particolare) e ha sperimentato alla batteria quel suono particolare, con il gated reverb, che caratterizza Intruder, utilizzato l’anno dopo da Phil Collins per In The Air Tonight. Una sonorità che è diventata un modello standard per buona parte del pop inglese degli anni ottanta.

3. Phil Collins inizialmente era scettico riguardo l’idea di non usare affatto i piatti. Ma Peter è stato inamovibile, dato che così poteva sfruttare i toni alti con tutta una nuova serie di sonorità, una varietà di campi da esplorare. Paradossalmente, Gabriel è stato accusato di plagiare Collins, quando In The Air Tonight ha avuto un successo planetario.

4. Gabriel è stato uno dei primi musicisti a utilizzare il Fairlight, un rivoluzionario sintetizzatore che campionava i suoni naturali. Peter addirittura ne divenne il distributore in Inghilterra, in società con un cugino. Nel disco troviamo anche sonorità nuove per il solco rock (post-progressive) in cui è ancora collocato, come lo xilofono (Intruder), il sax (Start), la marimba (No Self Control e Lead A Normal Life), la cornamusa,  i tamburi surdu e cori originali sudafricani (Biko).

5. Family Snapshot è ispirata dal libro An Assassin’s Diary (Un diario di un assassino) di Arthur Bremer, testo che ha ispirato anche lo sceneggiatore del film Taxi Driver di Martin Scorsese. Ma un altro libro, Dispatches, le cui foto hanno suggerito a Gabriel alcuni verso di Games Without Frontiers, ha creato non pochi problemi di censura con la BBC.

6. L’album sembra avere un filo conduttore di devianza psicologica, affrontando temi come lo stalking (Intruder), schizofrenia e paranoia (No Self Control), la rimozione (I Don’t Remember), la cattiva influenza dei media (Family Snapshot), l’assenza di comunicazione (And Through The Wire), la malattia mentale (Lead A Normal Life). Ma è importante anche l’aspetto “politico”. Peter prende posizione contro la guerra (Games Without Frontiers), la paura per l'”altro” (Not One Of Us), l’apartheid (Biko).

7. Davide Castellini in Le canzoni di Peter Gabriel, Editori Riuniti, fa notare come siano tante le espressioni negative nei titoli e nei testi (no, don’t, not, never without). Lo stesso Peter se n’era accorto, tanto che, sempre citato da Castellini, temeva di “trasformare l’album in una predica a un bambino, piena di non fare questo, non fare quello“.

8. Gabriel era incerto se pubblicare o meno Biko nel disco. Nonostante la sua sincerità nei confronti del tema, temeva di non essere una voce valida per una causa così lontana geograficamente e socialmente da lui. Inoltre la storia di Steven Biko era stata raccontata già in varie canzoni, compresa A Motor Bike In Africa di Peter Hammill, suo amico, collaboratore, nonché vicino di casa a Bath.

9. Biko viene inserita poi nell’album su insistenza dell’amico Tom Robinson. “Fu una chiave di volta nella mia carriera di musicista e di paroliere“, racconta Gabriel, citato da Mario Giammetti in Peter Gabriel. Not one of us, Edizioni segno. Inizia infatti il percorso di Peter verso l’impegno per i diritti civili, che lo vedrà in tutte le manifestazioni che il mondo della musica organizzerà per sensibilizzare il pianeta.

10. Per la copertina, quarta e ultima collaborazione con lo studio Hipgnosis e il suo fondatore Storm Thorgerson. Attraverso la tecnica denominata Krimsography, inventata dall’americano Les Krim, una Polaroid con il ritratto di Peter viene manipolata con una gomma da cancellare sull’emulsione ancora fresca. E l’effetto melt, appunto, che dà il titolo informale all’album, è fatto.

Peter Gabriel 3, Melt – Registrazione originale rimasterizzata – IN VENDITA SU AMAZON

Peter Gabriel - Melt

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Video Memories: Peter Gabriel @ Philipshalle, Dusseldorf Germania, 5 settembre 1980 – VIDEO RARO

Video Memories, la Storia di Genesis & Co. attraverso i video.

By D.B.

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5 settembre 1980, Peter Gabriel si esibisce dal vivo alla Philipshalle di Dusseldorf in Germania.

Ecco un raro estratto video di quel concerto:

Un raro filmato in bianco e nero, ripreso durante il China 1984 Tour il 5 settembre 1980 alla Philipshalle di Dusseldorf in Germania.

Line-Up:

Peter Gabriel – Vocals / Keyboards
John Ellis – Guitar
Jerry Marotta – Drums
Larry Fast – Keyboards
Tony Levin – Bass
John Giblin – Bass

Set List:

Intruder / I Don’t Remember / Solsbury Hill / Family Snapshot / Milgram’s 37 / Modern Love / Not One of Us / Lead a Normal Life / Moribund the Burgermeister / Mother of Violence / Humdrum / Games Without Frontiers / And Through the Wire / I Go Swimming / Biko / On the Air / Here Comes the Flood

Una curiosità. Per questo tour Gabriel decise di inventare una versione delle citazioni di Mao Tse-tung, contenute nel cosiddetto “Piccolo libro rosso di Mao”, che aveva aiutato a consolidare la presa di potere di Mao nella Repubblica Popolare Cinese negli anni Sessanta.

Il programma del tour del 1980 suggeriva così un’opera di narrativa distopica, che riecheggiava il 1984 di Orwell nel nome, Cina Tour 1984, confondendo così per sempre gli storici.

Infatti Gabriel non è stato in tournée in Cina e non era il 1984. Il tour era limitato a Europa e Nord America. Fondamentalmente era una sua burla o chissà cosa.

In ogni caso, forse per ricreare la bizzarra parodia della Cina totalitaria del tour, la band indossava tute nere, simili a quelle cinesi, e il tour programme era fatto in modo, appunto, che assomigliasse alle citazioni del libro del 1966 di Mao Tse-tung.

Il libretto mostrava la testa di Gabriel sovrapposta a quelle di altri individui e annunci di giornali cinesi, manifesti politici e fumetti.

Queste immagini del Tour Programme sono tratte da Ebay.

Peter Gabriel - Melt

In occasione del 40ennale, Peter Gabriel ha pubblicto questo raro filmato di ‘Games Without Frontiers’ registrato live a Buenos Aires nel 2009.

Il 28 maggio 2020 Peter ha fatto uscire questo video che riprende un’intervista realizzata nel 2002 per l’uscita del CD ri-masterizzato. Gabriel parla della realizzazione del suo terzo album omonimo, appunto, chiamato Melt per via dell’iconica immagine di copertina, creata da Storm Thorgerson dello Studio Hipgnosis.

Ed ecco 10 motivi per riascoltare questo album.

1.  E’ l’album di Gabriel maggiormente costellato di ospiti prestigiosi, come il produttore Steve Lillywhite e il chitarrista Dave Gregory (I Don’t Remember e Family Snapshot) degli XTC, l’inizio della lunga collaborazione con David Rhodes, il vecchio amico Phil Collins e il percussionista Morris Pert (Intruder e No Self Control), la nuova collaboratrice Kate Bush (No Self Control e Games Without Frontiers), il sassofonista inglese Dick Morissey (Start), Paul Weller, allora leader dei Jam (And Through The Wire).

2. Per la prima volta Peter ha usato la drum machine (Games Without Frontiers e Biko, in particolare) e ha sperimentato alla batteria quel suono particolare, con il gated reverb, che caratterizza Intruder, utilizzato l’anno dopo da Phil Collins per In The Air Tonight. Una sonorità che è diventata un modello standard per buona parte del pop inglese degli anni ottanta.

3. Phil Collins inizialmente era scettico riguardo l’idea di non usare affatto i piatti. Ma Peter è stato inamovibile, dato che così poteva sfruttare i toni alti con tutta una nuova serie di sonorità, una varietà di campi da esplorare. Paradossalmente, Gabriel è stato accusato di plagiare Collins, quando In The Air Tonight ha avuto un successo planetario.

4. Gabriel è stato uno dei primi musicisti a utilizzare il Fairlight, un rivoluzionario sintetizzatore che campionava i suoni naturali. Peter addirittura ne divenne il distributore in Inghilterra, in società con un cugino. Nel disco troviamo anche sonorità nuove per il solco rock (post-progressive) in cui è ancora collocato, come lo xilofono (Intruder), il sax (Start), la marimba (No Self Control e Lead A Normal Life), la cornamusa,  i tamburi surdu e cori originali sudafricani (Biko).

5. Family Snapshot è ispirata dal libro An Assassin’s Diary (Un diario di un assassino) di Arthur Bremer, testo che ha ispirato anche lo sceneggiatore del film Taxi Driver di Martin Scorsese. Ma un altro libro, Dispatches, le cui foto hanno suggerito a Gabriel alcuni verso di Games Without Frontiers, ha creato non pochi problemi di censura con la BBC.

6. L’album sembra avere un filo conduttore di devianza psicologica, affrontando temi come lo stalking (Intruder), schizofrenia e paranoia (No Self Control), la rimozione (I Don’t Remember), la cattiva influenza dei media (Family Snapshot), l’assenza di comunicazione (And Through The Wire), la malattia mentale (Lead A Normal Life). Ma è importante anche l’aspetto “politico”. Peter prende posizione contro la guerra (Games Without Frontiers), la paura per l'”altro” (Not One Of Us), l’apartheid (Biko).

7. Davide Castellini in Le canzoni di Peter Gabriel, Editori Riuniti, fa notare come siano tante le espressioni negative nei titoli e nei testi (no, don’t, not, never without). Lo stesso Peter se n’era accorto, tanto che, sempre citato da Castellini, temeva di “trasformare l’album in una predica a un bambino, piena di non fare questo, non fare quello“.

8. Gabriel era incerto se pubblicare o meno Biko nel disco. Nonostante la sua sincerità nei confronti del tema, temeva di non essere una voce valida per una causa così lontana geograficamente e socialmente da lui. Inoltre la storia di Steven Biko era stata raccontata già in varie canzoni, compresa A Motor Bike In Africa di Peter Hammill, suo amico, collaboratore, nonché vicino di casa a Bath.

9. Biko viene inserita poi nell’album su insistenza dell’amico Tom Robinson. “Fu una chiave di volta nella mia carriera di musicista e di paroliere“, racconta Gabriel, citato da Mario Giammetti in Peter Gabriel. Not one of us, Edizioni segno. Inizia infatti il percorso di Peter verso l’impegno per i diritti civili, che lo vedrà in tutte le manifestazioni che il mondo della musica organizzerà per sensibilizzare il pianeta.

10. Per la copertina, quarta e ultima collaborazione con lo studio Hipgnosis e il suo fondatore Storm Thorgerson. Attraverso la tecnica denominata Krimsography, inventata dall’americano Les Krim, una Polaroid con il ritratto di Peter viene manipolata con una gomma da cancellare sull’emulsione ancora fresca. E l’effetto melt, appunto, che dà il titolo informale all’album, è fatto.

Peter Gabriel 3, Melt – Registrazione originale rimasterizzata – IN VENDITA SU AMAZON

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Peter Gabriel, 40 ANNI di “PG3 – Melt”, uscito il 30 maggio 1980 – SPECIALE

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Peter Gabriel - Melt

In occasione del 40ennale, Peter Gabriel ha pubblicto questo raro filmato di ‘Games Without Frontiers’ registrato live a Buenos Aires nel 2009.

Il 28 maggio 2020 Peter ha fatto uscire questo video che riprende un’intervista realizzata nel 2002 per l’uscita del CD ri-masterizzato. Gabriel parla della realizzazione del suo terzo album omonimo, appunto, chiamato Melt per via dell’iconica immagine di copertina, creata da Storm Thorgerson dello Studio Hipgnosis.

Ed ecco 10 motivi per riascoltare questo album.

1.  E’ l’album di Gabriel maggiormente costellato di ospiti prestigiosi, come il produttore Steve Lillywhite e il chitarrista Dave Gregory (I Don’t Remember e Family Snapshot) degli XTC, l’inizio della lunga collaborazione con David Rhodes, il vecchio amico Phil Collins e il percussionista Morris Pert (Intruder e No Self Control), la nuova collaboratrice Kate Bush (No Self Control e Games Without Frontiers), il sassofonista inglese Dick Morissey (Start), Paul Weller, allora leader dei Jam (And Through The Wire).

2. Per la prima volta Peter ha usato la drum machine (Games Without Frontiers e Biko, in particolare) e ha sperimentato alla batteria quel suono particolare, con il gated reverb, che caratterizza Intruder, utilizzato l’anno dopo da Phil Collins per In The Air Tonight. Una sonorità che è diventata un modello standard per buona parte del pop inglese degli anni ottanta.

3. Phil Collins inizialmente era scettico riguardo l’idea di non usare affatto i piatti. Ma Peter è stato inamovibile, dato che così poteva sfruttare i toni alti con tutta una nuova serie di sonorità, una varietà di campi da esplorare. Paradossalmente, Gabriel è stato accusato di plagiare Collins, quando In The Air Tonight ha avuto un successo planetario.

4. Gabriel è stato uno dei primi musicisti a utilizzare il Fairlight, un rivoluzionario sintetizzatore che campionava i suoni naturali. Peter addirittura ne divenne il distributore in Inghilterra, in società con un cugino. Nel disco troviamo anche sonorità nuove per il solco rock (post-progressive) in cui è ancora collocato, come lo xilofono (Intruder), il sax (Start), la marimba (No Self Control e Lead A Normal Life), la cornamusa,  i tamburi surdu e cori originali sudafricani (Biko).

5. Family Snapshot è ispirata dal libro An Assassin’s Diary (Un diario di un assassino) di Arthur Bremer, testo che ha ispirato anche lo sceneggiatore del film Taxi Driver di Martin Scorsese. Ma un altro libro, Dispatches, le cui foto hanno suggerito a Gabriel alcuni verso di Games Without Frontiers, ha creato non pochi problemi di censura con la BBC.

6. L’album sembra avere un filo conduttore di devianza psicologica, affrontando temi come lo stalking (Intruder), schizofrenia e paranoia (No Self Control), la rimozione (I Don’t Remember), la cattiva influenza dei media (Family Snapshot), l’assenza di comunicazione (And Through The Wire), la malattia mentale (Lead A Normal Life). Ma è importante anche l’aspetto “politico”. Peter prende posizione contro la guerra (Games Without Frontiers), la paura per l'”altro” (Not One Of Us), l’apartheid (Biko).

7. Davide Castellini in Le canzoni di Peter Gabriel, Editori Riuniti, fa notare come siano tante le espressioni negative nei titoli e nei testi (no, don’t, not, never without). Lo stesso Peter se n’era accorto, tanto che, sempre citato da Castellini, temeva di “trasformare l’album in una predica a un bambino, piena di non fare questo, non fare quello“.

8. Gabriel era incerto se pubblicare o meno Biko nel disco. Nonostante la sua sincerità nei confronti del tema, temeva di non essere una voce valida per una causa così lontana geograficamente e socialmente da lui. Inoltre la storia di Steven Biko era stata raccontata già in varie canzoni, compresa A Motor Bike In Africa di Peter Hammill, suo amico, collaboratore, nonché vicino di casa a Bath.

9. Biko viene inserita poi nell’album su insistenza dell’amico Tom Robinson. “Fu una chiave di volta nella mia carriera di musicista e di paroliere“, racconta Gabriel, citato da Mario Giammetti in Peter Gabriel. Not one of us, Edizioni segno. Inizia infatti il percorso di Peter verso l’impegno per i diritti civili, che lo vedrà in tutte le manifestazioni che il mondo della musica organizzerà per sensibilizzare il pianeta.

10. Per la copertina, quarta e ultima collaborazione con lo studio Hipgnosis e il suo fondatore Storm Thorgerson. Attraverso la tecnica denominata Krimsography, inventata dall’americano Les Krim, una Polaroid con il ritratto di Peter viene manipolata con una gomma da cancellare sull’emulsione ancora fresca. E l’effetto melt, appunto, che dà il titolo informale all’album, è fatto.

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Phil Collins: “No Jacket Required” usciva 40 anni fa, il 18 febbraio 1985 – GUARDA i VIDEO & COLLEZIONISMO

No Jacket Required, il terzo album solista in studio di Phil Collins, usciva 40 anni fa, il 18 febbraio 1985.

Guarda qui le offerte per acquistarlo.

Ed ecco alcuni video per rendergli omaggio:

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Mike Rutherford: 45 anni di Smallcreep’s Day, uscito il 15 febbraio 1980 – AUDIO, VIDEO e i RICORDI di MIKE

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Smallcreep’s Day è il primo album in studio da solista di Mike Rutherford, pubblicato il 15 febbraio 1980 dalla Charisma Records.

Il disco ha una struttura particolare ed è uscito in due versioni diverse in Europa e in USA.

“Non morivo dalla voglia di fare un disco da solista, ma ho pensato che poteva essere piuttosto divertente”, racconta Mike nella sua autobiografia.

Mike lo ha registrato nel 1979 durante un periodo di inattività dei Genesis, durante il quale lui e Tony Banks hanno realizzato i loro primi album da solista. 

La title track di 24 minuti è basata sul romanzo “Smallcreep’s Day” di Peter Currell Brown del 1965, che racconta la storia del signor Smallcreep e il viaggio alla scoperta di se stesso, attraverso la catena di montaggio della fabbrica in cui ha lavorato per quarant’anni. Rispetto all’originale cui è ispirata, la storia narrata da Mike nell’album prevede un happy end.

Rutherford ha utilizzato brevi idee musicali sviluppate in diversi anni e inutilizzate. Questi brani sono diventati una lunga canzone che occupa un intero lato del vinile.

Una delle cose più belle del fare il disco era decidere con chi volevo lavorare – ricorda Mike: Simon Phillips, un batterista che avevo sempre ammirato; Noel McCalla, un cantante di session con una voce molto alta, e Ant (Anthony Phillips, N.d.R.) alle tastiere. In qualsiasi altra band, un componente che lavora con altri musicisti avrebbe causato un incidente diplomatico, tipo: “Cosa c’è che non va in noi?” Ma Tony stava cogliendo anche lui l’occasione per fare un album da solista mentre Phil era via e il legame tra di noi era tale che non ci siamo mai sentiti minacciati da nessun a delle cose che abbiamo fatto al di fuori della band.”

La copertina è stata disegnata e illustrata da Storm Thorgerson e Aubrey Powell di Hipgnosis, che avevano prodotto quelle degli album dei Genesis “A Trick of the Tail”, “Wind & Wuthering” e “…And Then There Were Three….”.

“Storm Thorgerson aveva progettato diverse copertine per i Genesis e
quindi mi è sembrata una scelta naturale per il design di Smallcreep’s Day”, 
ricorda Mike.

Dopo aver scelto un’immagine che voleva sulla copertina, l’idea di Thorgerson prevedeva di spruzzarla con l’inchiostro in fase di sviluppo, in modo che questa venisse fuori solo in parte. Sono state prodotte sei diverse versioni, e Rutherford ha scelto il design che gli piaceva di più.

“Come album Smallcreep’s Day è abbastanza forte dal punto di vista strumentale, ma il suo vero valore è stato come un soffio di aria fresca creativa – ricorda ancora Mike. A differenza di altre band, i nostri progetti solisti non sono mai stati una reazione all’insoddisfazione per quello che facevamo come gruppo. Avevamo lavorato sempre su progetti solisti tra un album e l’altro. È stata una delle cose che ci hanno caratterizzato in modo unico come band e che ci ha fatto andare avanti. Abbiamo imparato ad apprezzare gli altri membri della band e, poiché stavamo facendo qualcosa di diverso e ci stavamo sfidando individualmente.”

L’album ha raggiunto il numero 13 nella classifica degli album del Regno Unito e il numero 163 nella Billboard 200 degli Stati Uniti.

Rutherford ha pubblicato due singoli dell’album. Il primo, “Working in Line” con il brano non inserito nell’album “Compression” sul lato B, è stato pubblicato nel febbraio 1980. Un secondo, “Time and Time Again” e “At the End of the Day”, è stato pubblicato a luglio.

La seguente Track list è tratta dalla versione originale britannica. Le due parti sono state scambiate in quella statunitense:

Lato A
No. Titolo Lunghezza
1. “Smallcreep’s Day”
I. “Between the Tick & the Tock”
II. “Working in Line”
III. “After Hours”
IV. “Cats and Rats (In This Neighbourhood)”
V. “Smallcreep Alone”
VI. “Out Into the Daylight”
VII. “At the End of the Day”
24:41

Lato B
No. Titolo Lunghezza
1. “Moonshine” 6:26
2. “Time and Time Again” 4:54
3. “Romani” 5:27
4. “Every Road” 4:15
5. “Overnight Job” 5:44

Musicisti:

Anthony Phillips – Tastiere
Noel McCalla – voci
Simon Phillips – batteria
Morris Pert – percussioni
Mike Rutherford – chitarre, bassi

Ecco, nella versione multimediale di Horizons Radio, i segreti di un capolavoro che sorprese tutti (o quasi) – in italiano:

  1. Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 1.a Parte Horizons Radio 0:34

 

  1. Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 2.a Parte Horizons Radio 0:34

  1. Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 3.a Parte Horizons Radio 0:28

  1. Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 4.a Parte Horizons Radio 0:35

  1. Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 5.a Parte Horizons Radio 0:17

 

  1. Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 6.a Parte Horizons Radio 0:17

  1. Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 7.a Parte Horizons Radio 0:51

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I 75 anni di Peter Gabriel, 13 febbraio 1950 – AUDIO, VIDEO & RICORDI

Peter Brian Gabriel, 13 febbraio 1950.

Ecco l’evoluzione musicale, fisica e artistica di Peter, attraverso i video:

 

 

Cosa hanno in comune Peter Gabriel e Steve Hackett (nato un giorno prima di Peter)? Entrambi sono nati sotto il segno dell’Acquario. Ma condividono molto di più.

Peter Gabriel with Steve Photo © Maurizio Vicedomini da http://www.hackettsongs.com

Photo © Maurizio Vicedomini da http://www.hackettsongs.com

By Saimon P.

Entrambi hanno fatto parte di una delle maggiori band del panorama musicale mondiale e ne sono usciti all’apice del successo.

Colleziona su Ebay gli articoli di quel periodo – Clicca sull’immagine

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Entrambi hanno poi realizzato carriere soliste post Genesis di grande successo.

Entrambi fanno tourSteve incessantemente – solo per amore della musica.

Entrambi intrattengono con il pubblico un rapporto che rasenta la sacralità. Ogni loro concerto è quasi un rito mistico.

Entrambi perseguono una ricerca maniacale delle sonorità e introducono riferimenti colti nei loro album (dai tarocchi ai temi politici e ambientali, dai miti dell’antica Grecia all’apartheid).

Entrambi perseguono l’idea di una musica fine a se stessa, slegata dalle logiche di mercato e di profitto, continuando la ricerca iniziata con i Genesis e sviluppata negli anni di carriera solista.

Infine, entrambi condividono la stessa torta, a mezzanotte tra il 12 e 13 febbraio. Ieri Steve….

Oggi, con l’augurio di nuovi progetti sonori e artistici, buon compleanno, Peter!!!!

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I 75 anni di Steve Hackett, 12 febbraio 1950 – AUDIO, VIDEO, RICORDI

Il 12 febbraio 1950 nasce a Londra Steve Hackett. 

In occasione dei suoi 70 anni, Steve ha concesso a Horizons Radio un’intervista, in cui traccia un bilancio della sua vita artistica e non solo.

Intervista di SaimonP. & D.B.:

HR: Siamo molto entusiasti della tua autobiografia in uscita il  24 luglio 2020. Di solito si dice che scrivere la propria autobiografia è un processo molto intimo e introspettivo, oltre che terapeutico. Cosa ti ha spinto a scriverla e quanto è stato difficile?

Steve Hackett: Volevo poter condividere le mie esperienze, i miei pensieri e i miei sentimenti…

Leggila tutta:

70 ANNI!!! Stephen Richard Hackett, 12 febbraio 1950 – INTERVISTA ESCLUSIVA

Il primo disco: nel 1970 pubblica un album intitolato The Road come membro dei Quiet World, un gruppo in cui suona anche suo fratello, John Hackett, al flauto. Ecco l’audio:

La svolta: in cerca di una nuova band, Hackett pubblica un annuncio sulla rivista Melody Maker:

La prima incisione di Hackett con i Genesis è l’album Nursery Cryme. Steve eredita il ruolo di chitarrista di Anthony Phillips. Ascolta lo speciale di Horizons Radio “Anthony & Steve due chitarre nel mito Genesis”, di Paolo Tenerini – CLICCA QUI.

In Foxtrot il primo assolo acustico di Hackett, Horizons:

Hackett è il primo membro dei Genesis a pubblicare un album solista, Voyage of the Acolyte, a cui partecipano Phil Collins e Mike Rutherford.  Ascolta lo speciale di Horizons Radio – CLICCA QUI

Steve annuncia il proprio ritiro dai Genesis l’8 ottobre 1977, una settimana prima della pubblicazione del secondo album live del gruppo, Seconds Out.

Il 2 ottobre 1982 un ritorno con i Genesis, a fin di bene, in occasione del Six of the Best, la reunion “solidale” dei Genesis – GUARDA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO.

Il primo album dopo aver abbandonato i Genesis è del 1978, il suo secondo solista, Please Don’t Touch.

Steve Hackett Please Don't Touch, la copertina

Il 4 ottobre 1978 inizia da Oslo il suo primo tour europeo, e nel 1980 il primo tour in USA.

Ecco un video del concerto, registrato in Germania:

Ed ecco il concerto americano al Bottom Line Club, New York NY:

Cured è l’album di Steve che si piazzato meglio nelle classifiche (numero 15 in UK, numero 169 in USA)

Ha suonato anche con i con i GTR,  il supergruppo fondato insieme a Steve Howe. Ecco le pubbicazioni:

Con Squackett (Chris Squire & Steve Hackett):

Segui lo speciale sul Tour in corso.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI


Le ultime di Steve su Horizons Genesis


Ascolta Steve Hackett:


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70 ANNI!!! Peter Brian Gabriel, 13 febbraio 1950 – VIDEO-EVOLUZIONE di un PROFETA

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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Peter Brian Gabriel, 13 febbraio 1950, 70 ANNI!!!!!!!!

Ecco l’evoluzione musicale, fisica e artistica di Peter, attraverso i video:

https://www.youtube.com/watch?v=A_l1M_cpqKY

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[/su_column][/su_row]

https://www.youtube.com/watch?v=5hZqtabiFeo

 

Rassegna stampa:

I 70 anni di Peter Gabriel: “Vivrò o morirò nudo ed esposto”

Dal gruppo più iconico dei Settanta alla carriera da solista: ritratto di un pioniere nella costruzione di musica senza frontiere. L’ex Genesis: «Aspettati l’inaspettato, tutto è possibile» – LEGGI TUTTO

Angolo del Collezionista:

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Cosa hanno in comune Peter Gabriel e Steve Hackett? Entrambi sono nati sotto il segno dell’Acquario. Ma condividono molto di più.

Peter Gabriel with Steve Photo © Maurizio Vicedomini da http://www.hackettsongs.com

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By Saimon P.

Entrambi hanno fatto parte di una delle maggiori band del panorama musicale mondiale e ne sono usciti all’apice del successo.

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Entrambi hanno poi realizzato carriere soliste post Genesis di grande successo.

Entrambi fanno tourSteve incessantemente – solo per amore della musica.

Entrambi intrattengono con il pubblico un rapporto che rasenta la sacralità. Ogni loro concerto è quasi un rito mistico. Guarda:

Entrambi perseguono una ricerca maniacale delle sonorità e introducono riferimenti colti nei loro album (dai tarocchi ai temi politici e ambientali, dai miti dell’antica Grecia all’apartheid).

Entrambi perseguono l’idea di una musica fine a se stessa, slegata dalle logiche di mercato e di profitto, continuando la ricerca iniziata con i Genesis e sviluppata negli anni di carriera solista.

Infine, entrambi condividono la stessa torta, a mezzanotte tra il 12 e 13 febbraio. Ieri Steve….

Oggi, con l’augurio di nuovi progetti sonori e artistici, buon compleanno, Peter!!!!

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Ascolta Peter Gabriel:

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