Il disco ha una struttura particolare ed è uscito in due versioni diverse in Europa e in USA. Ecco, nella nuova versione multimediale di Horizons Radio, i segreti di un capolavoro che sorprese tutti (o quasi).
Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 1.a Parte Horizons Radio
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Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 2.a Parte Horizons Radio
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Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 3.a Parte Horizons Radio
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Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 4.a Parte Horizons Radio
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Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 5.a Parte Horizons Radio
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Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 6.a Parte Horizons Radio
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Smallcreep's Day, il primo album di Mike Rutherford - 7.a Parte Horizons Radio
Video Memories, Genesis & Co. History through videos.
By D.B.
Il 12 febbraio 1950 nasceva Steve Hackett. Riviviamo alcune tappe multimediali della sua carriera.
Il primo disco: nel 1970 pubblica un album intitolato The Road come membro dei Quiet World, un gruppo in cui suona anche suo fratello, John Hackett, al flauto. Ecco l'audio:
La svolta: in cerca di una nuova band, Hackett pubblica un annuncio sulla rivista Melody Maker:
Il 9 febbraio 1973 al Rainbow Theatre di Londra, data del Foxtrot Tour, Peter Gabriel indossa per la prima volta sul palco i suoi famosi costumi e le maschere. Una svolta per i Genesis, iniziata il 28 settembre dell'anno precedente con il vestito da donna e la testa di volpe indossata sul finale di The Musical Box. Musica, immagini e ricordi di quella serata.
By D.B.
La registrazione audio del concerto:
00:50 - Watcher Of The Skies; 10:45 - The Musical Box; 21:54 - Get 'Em Out By Friday; 31:00 - Suppers's Ready; 53:40 - The Return Of The Giant Hogweed; 01:03:21 - The Knife (cut).
Peter si presenta nel camerino con un enorme baule in cui ha stipato i costumi, all'insaputa dei suoi compagni. Hackett ha più volte dichiarato che Gabriel non ha mai provato a indossare quei travestimenti durante le prove prima di quell'esibizione e che fu una sorpresa anche per loro.
"Se in Italia il trionfo è ormai scontato, per i Genesis le cose sono sul punto di cambiare anche nella vecchia Inghilterra perché la band, un mese dopo le glorie italiane (20 e 22 gennaio, Reggio Emilia e Roma - N.d.R,), si imbarca nel primo tour come headliner (...). Peter decide allora di imprimere una ulteriore accelerazione all'aspetto teatrale delle sue apparizioni inventando nuove mascere e costumi (...). Il resto della band accetta con malcelata riluttanzaq questa svolta scenografica pur sapendo che la crescente popolarità non è certo estranea, almeno a livello mediatico".
"Il mellotron intona i primi accordi di Watcher Of The Skies e Peter esce dalle tende vestito di nero e con le ali di pipistrello sulla testa, viso pitturato di bianco e gli occhi truccati con una sostanza fosforescente che, reagendo alle luci ultraviolette, sortisce l'effetto di trapassare l'oscurità. E' uno shok che non finisce lì....."
In Get'Em Out By Friday Gabriel indossa una bombetta, in The Musical Box abbandona la foxhead per l'old man, in Supper's Ready si scatena: la corona di spine, il fiore, la scatola romboidale rossa, il lungo mantello nero di cui Peter si libera per un vestito bianco e un tubo di luce bianca per il finale.
Il settimanale Ciao 2001 pubblica un resoconto dettagliato di questo show storico nel numero del 15 aprile. Ecco copertina e articolo (come riportato dal web):
Ciao 2001 del 15 aprile 1973 Pipistrelli e fiori barocchi
di Manuel Insolera
Peter Gabriel ha forse creato un mostro?
Questa è pressappoco la domanda che tutti gli attoniti giornalisti specializzati inglesi si sono posti immediatamente dopo lo strabiliante spettacolo al Rainbow Theatre di Londra poco tempo fa.
La band apparve all’improvviso in un palco interamente ricoperto di bianchissimi tendaggi. Tutti i membri del gruppo erano anche vestiti di bianco, tutti tranne Peter Gabriel, avvolto in un’aderente tunica nera, con due lugubri ali da pipistrello ad adornargli le spalle.
Ancora non erano terminati gli sconcertati applausi di un uditorio pigiatissimo e scatenato, che già il mellotron di Tony Banks introduceva l’aggraziata violenza di “Watcher of the skyes” uno dei cavalli di battaglia di “Foxtrot” e delle loro attuali esibizioni live. Così si apriva uno spettacolo che tutti a Londra sono stati concordi nel giudicare come una delle cose migliori in assoluto della storia del pop e l’acme dell’arte dei Genesis fino ad ora: l’impatto romantico-decadente della musica, la suggestiva violenza delle perfette costruzioni strumentali, l’allusività spettacolare di un Gabriel giunto al massimo delle facoltà mimetiche, hanno raggiunto un equilibratissimo fulcro di coesione.
Così, a guardarli sul palcoscenico del Rainbow, ci si trova all’improvviso davanti ad un allegorico quadro ottocentesco, ove si evocano i morbosi e favolistica fantasmi di antiche fantasie britanniche, pregne di un surrealismo malato e limaccioso: Steve Hackett e Michael Ruthetford seduti, curvi sulle loro chitarre; Tony Banks in penombra dietro ai pinnacoli delle tastiere; Phil Collins mobile e ancorato ai suoi tamburi; Peter Gabriel infine, libero di muoversi, apparizione ermafrodita e inafferrabile dietro ai continui cambiamenti di ruolo e di identità, asessuato e soffuso di classica ambiguità, come un figlio di amori lontani tra uomini e dei.
E quando giunge il tragico sogno di “Musical Box” e Peter scompare tutti si aspettano il ritorno nei panni fiammeggianti della volpe: ma questa volta si sbagliano. La figura che rientra sul palco per urlare l’ultima disperata invocazione agli occhi sbarrati che non potranno più toccarla non è una volpe, ma sorge come una mistica apparizione geometrica, a metà strada tra la caricatura di una invasata monaca medievale e un irreale personaggio di “Alice nel paese delle delle meraviglie”. E lo spettacolo continua, denso di imprevisti e di avvenimenti inattesi come le subitanee esplosioni di fiamme e di fumo e le tramutazioni di Gabriel come un idolo neoclassico.
Si snoda la saga apocalittica di “Supper’s ready”, la suite angelico-demoniaca che nella sua ambigua incompiutezza raggiunge vertici paradossali di evocatività stravolta: il pubblico ondeggia sulle sedie come ipnotizzato ed ecco che prende a muoversi in sintonia con la misteriosa figura dal viso candido e dai neri mantelli che la sovrasta sul palcoscenico.
Applausi disperati, nevrotici. Le bianche figure e l’angelo nero abbandonano il palco e la gente comincia ad urlare “more! More!” (ancora, ancora!) ed ecco che le luci si oscurano, i folletti, meno uno rientrano e attaccano gli accordi spigolosi di “the knife” dal vecchio album “Trespass” e poi lampeggia una luce bianca ed eccolo, eccolo: Peter Gabriel incarnato nelle verdi spirali di un fiore allucinato e grottesco!
L’ultima trasformazione si è compiuta, l’ultimo mistero è stato celebrato: le luci del Rainbow si riaccendono, la gente ripiomba nelle spire meccaniche del XX secolo. Ma il tempo continua a passare e il girotondo carnevalesco del mondo prosegue la sua danza. E i Genesis non smettono di impersonare la decadenza gentile della loro fragile faviola: un nuovo disco in corso di registrazione (“Selling england by the pound – n.d.r - ) che dovrebbe vedere la luce nell’esplosione verde-oro di giugno: una tournee americana a partire dalla fine di marzo, imponderabile come il destino; un futuro imprevedibile e inafferrabile come le forme confuse della vita e della morte. (da Ciao 2001, citato dal web per diritto di cronaca)
Ed ecco alcuni tipi di biglietto della serata:
Se hai ricordi di questo concerto da condividere in forma scritta o audio/video inviali a info@horizonsradio.it e saranno pubbicati con la tua firma.
00:00 - Watcher Of The Skies; 12:11 - Dancing With The Moonlight Knight; 21:19 - The Cinema Show; 35:59 - I Know What I Like; 40:10 - Firth Of Fifth; 51:59 - The Musical Box; 01:04:09 - More Fool Me; 01:08:55 - The Battle Of Epping Forest; 01:23:03 - Supper's Ready; 01:46:50 - The Knife.
Questa la locandina del tour che si chiude a Napoli:
Ed ecco un biglietto:
A Napoli, a differenza di Reggio Emilia e Roma, non ci sono problemi con coloro che cercano di entrare senza pagare. Ma, come si può leggere in Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo"il pubblico ha la sgradita sorpresa di un violento temporale che rende meno agevole il ritorno a casa."
Ed ecco le copertine dei bootleg tratti da questo show:
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Poster del Magazine Super Sound con foto scattata a Roma nel finale di Supper's Ready.
Ecco un biglietto, anche se, come a Reggio Emilia, diverse centinaia di persone cercano di entrare senza pagare. Stesso copione con cancelli divelti, lacrimogeni e cariche della polizia, contusi e un migliaio di "portoghesi" che riescono a entrare e ad assistere al concerto. Altri dettagli li puoi leggere in Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo.
Un concerto che ha arricchito il numero dei bootleg dei Genesis. Ecco le copertine:
Anche in formato DVD:
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Video Memories, Genesis & Co. History through videos.
By D.B.
Il 4 e 5 febbraio Peter Gabriel è stato protagonista di due memorabili - ma anche scandalose, per l'epoca - esibizioni sul palco dell'Ariston al 33° Festival di Sanremo.
Peter è un super-ospite, introdotto da Carlo Massarini con la sua trasmissione Mister Fantasy:
Poi Peter è protagonista in diretta delle due serate in cui si lancia sul pubblico con l'aiuto di una lunga fune, camminando sulle spalliere delle poltrone, alla fine di Shock The Monkey (acquistala qui su Amazon e aiuti Horizons Radio - leggi come e perché).
Il problema è stato il rientro sul palco dell'improbabile Tarzan. La prima serata è andata quasi bene e ha solo travolto una cassa-spia:
Nella serata successiva, Gabriel ha invece battuto una solenne schienata contro la base del palcoscenico:
Lui e i suoi fan si ricorderanno a lungo di questa evitabile prova italiana.
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