Storie d’estate: Anthony Phillips e l’ultimo concerto con i Genesis

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Il 18 luglio 1970, alla Sussex Hall di Haywards Heath, Anthony Phillips sale sul palco per l’ultimo concerto con i Genesis. Ecco i ricordi di quella data. 

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By D.B.

“La fobia del palco era molto più che una semplice paura, era terrore”, racconta Mike Rutherford nella sua autobiografia The living years.

Ant è molto dimagrito e appare distrutto, ma la band non ha il tempo per accorgersi di ciò che sta accadendo nell’animo dell’amico. E’ un momento in cui le cose sembrano muoversi. Hanno appena registrato Trespass (uscirà in autunno) e sono in tour, anche se le date non sono da grandi numeri, come vedremo più avanti.

Tra i tanti impegni dei Genesis in quel periodo c’è la registrazione dei Jackson Tapes il 9 gennaio 1970 ai BBC Studios Shepherds Bush di Londra. ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO.

“Dopo le session di registrazione mi sentivo come uno  zombie“, ha raccontato  Phillips nel 2007. In più ha avuto problemi di salute, probabilmente legati al troppo lavoro. 

Ero mentalmente e fisicamente debilitato – ha raccontato sette anni dopo Ant ad Armando Gallo e riportato nel suo libro Genesis: I Know What I Like -.  Eravamo un branco di perfezionisti.  Dopo ogni concerto c’erano sempre lunghe, lunghe, lunghe autopsie”.

La musica che ama tanto sta diventando per Ant causa di infelicità e la sua buona educazione inglese gli impedisce di affrontare a muso duro i compagni per cercare di cambiare le dinamiche della band. “Non mi sentivo più amico di nessuno – continua Ant – ero come alienato. Eravamo ormai divisi in due gruppi che avevano perso la loro strada”. 

Mike è il primo a conoscere le intenzioni di Ant. Poco prima di un concerto al Richmond Rugby Club si sono appartati ed è arrivata, come una doccia fredda, la rivelazione. Rutherford sa che l’amico ha paura del palco, ma non c’è stato tempo per approfondire il discorso e Ant non ne aveva più fatto cenno alla sua fobia.

Ecco un rarissimo video dei Genesis in concerto in quel periodo.  E’ girato all’Atomic Sunrise Festival, l’11 marzo 1970 al Roundhouse Club di Londra:

Quel 18 luglio ad Haywards Heath i Genesis suonano davanti a 25 persone. Il tragitto verso casa Mile Rutherford e Peter Gabriel lo compiono nella nuova auto di Pete, una Hillman Imp. Insieme prendono in considerazione la situazione.

“Per me non c’era dubbio che senza Ant i Genesis non avevano ragione di esistere”, ricorda Mike nell’autobiografia.  Anthony sembra insostituibile, i Genesis appaiono come indivisibili, la voglia di smettere sta per prendere il sopravvento.

Eppure durante il viaggio qualcosa di diverso matura, l’idea di potercela fare anche senza l’amico prende il sopravvento. “Si trattava piuttosto di sviluppare una nuova filosofia basata sull’assunto ‘proviamoci e vediamo che succede'”, scrive Mike. Così non viene presa in considerazione una pausa per consentire ad Anthony di raccogliere le idee. Bisogna andare avanti.

Ecco i Genesis  che eseguono l’inedita “The Shepherd” live al programma radio della BBC “NightRide” il 22 Aprile 1970. Probabilmente il più antico live dei Genesis registrato in un disco, il bootleg omonimo:

Una decisione condivisa poi anche da Tony Banks e che oggi appare giusta, ma molto sofferta: “E’ stato il colpo più duro che abbiamo mai ricevuto“, ha detto Gabriel a una rivista l’anno dopo e citato in Without Frontiers: The Life and Music of Peter Gabriel by Daryl Easlea. Ci sarebbero state altre dipartite – rivela Mike -, ma nessuna avrebbe avuto su di me l’effetto che ebbe l’abbandono di Ant.

I Genesis ne approfittano per operare una piccola rivoluzione. Stanno per entrare nella band Phil Collins e Steve Hackett. 

Un legame con Ant che però non si è spezzato. Nel suo primo album solista The Geese And The Ghost, c’è diverso materiale composto con Mike. Phil Collins canta in due brani e John Hackett vi suona il flauto. E nei primi demo di Peter Gabriel dopo aver lasciato i Genesis c’è lo zampino di Ant.

Ant ha avuto poi una carriera solista prolifica e di ottima qualità. In questo periodo sta mandando in ristampa una serie di chicche. Ecco la programmazione delle uscite:

Il 16 giugno scorso è uscito Slow Dance (3 CD) in versione Cofanetto, CD+DVD, Doppio CD, registrazione originale rimasterizzata mix in 5.1. 

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Arriva a settembre Invisible Men, in doppia versione e un intero CD bonus di materiale inedito.

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A dicembre arriva il terzo cofanetto di Anthony Phillips con gli album della serie “Private Parts & Pieces”. Stavolta i volumi sono 9, 10, 11 e un dodicesimo tutto nuovo la 12 corde grande protagonista.

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E’ di nuovo disponibile The Meadows Of Englewood Anthony Phillips & Guillermo Cazenave, nell’edizione doppia (CD+DVD), in occasione del XV anniversario del 2012.

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Le ultime uscite sono state: il cofanetto 1984 in 2CD/DVD formato digipak con 5.1-mix e bonus tracks (per i dettagli clicca qui).

E il secondo cofanetto della serie Private Parts & Pieces(per acquistarlo clicca qui).

I primi quattro album di questa serie sono usciti nel 2015 (per i dettagli clicca qui).

Nel cofanetto Private Parts & Pieces V-VIII troviamo gli album V: Twelve, VI: Ivory Moon, VII: Slow Waves, Soft Stars e VIII: New England.

In più, un bonus CD con materiale rimasto inedito da molti anni.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

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Angolo del Collezionista: Genesis, Foxtrot

L’Angolo del Collezionista di Horizons Radio in viaggio nella discografia dei Genesis. Quarta puntata: Foxtrot.

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By Antonio Filippi

Foxtrot esce il 6 ottobre 1972 e,  sia in Inghilterra che in Italia, è nella nuova  versione Cappellaio Matto della Charisma, disegnato da John Tiennel.  GUARDA SU EBAY LE VERSIONI DA COLLEZIONE DISPONIBILI.

La copertina stavolta è apribile anche in Italia e contiene foto e testi. Eccola:

Elenco delle tracce:
A1 Watcher Of The Skies
A2 Time Table
A3 Get ‘Em Out By Friday
A4 Can-Utility And The Coastliners
B1 Horizons
B2 Supper’s Ready
B2.1 Lover’s Leap
B2.2 The Guaranteed Eternal Sanctuary Man
B2.3 Ikhnaton And Itsacon And Their Band Of Merry Men
B2.4 How Dare I Be So Beautiful?
B2.5 Willow Farm
B2.6 Apocalypse In 8/9 (Co-strarring the delicious talents of Gabble Ratchet)
B2.7 As Sure As Eggs Is Eggs (Aching Men’s Feet)

Nel febbraio 1973 e in esce il singolo estratto dall’album: Watcher Of The Skies / Willow Farm.  Il lato A è una versione di 4 minuti dell’originale. Il lato B è uno dei segmenti di Supper’s Ready

La tiratura è molto bassa e ciò rende il 45 giri raro e di valore.  Ecco le due versioni: inglese e italiana (clicca sulle immagini per collezionare):

Ed ecco le versioni juke box (clicca sulle immagini per collezionare):

QUESTE NON SONO PIU’ DISPONIBILI? Clicca qui per ALTRE RICERCHE DEL DISCO SU EBAY.

Ascolta l’album:

Se hai informazioni da aggiungere o da rettificare e per qualunque altra comunicazione SCRIVI QUI.

Migranti oltre i muri e “dipinti” sonori: il viaggio onirico di Steve Hackett

Un viaggio attraverso le mille sensazioni che si sviluppano a un concerto di Steve Hackett, colte durante la notte estiva di Vigevano.

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Testo e foto di Giorgio Bellocci

Vigevano, Castello Sforzesco, ore 22.43. Da una ventina di minuti le zanzare locali hanno finito di “banchettare” sul pubblico di affezionati e entusiasti fan di Steve Hackett. Comprensivi  (ogni anno con le zanzare e i concerti c’è sempre il solito problema) solo grazie alla magia che il loro idolo sa creare.

Molti, io tra loro, pensano che non ci sia spettacolo al mondo migliore che un concerto di Steve (e siamo qui a parlare di due tour italiani nello stesso anno!)

Ecco, ore 22.43, poco più di un’ora dall’inizio di una performance che ha visto fino a quel momento spiccare in scaletta due classici come Every Day e l’immancabile The Steppes, l’ipnotico strumentale da Defector (1980).

Poi tre perle dall’ultimo album, The Night SirenEl Niño, In the Skeleton Gallery e la trascinante Behind the Smoke. Ispirata, quest’ultima, dalla drammatica situazione dei popoli costretti da guerre e carestie a lasciare la propria terra. Come accaduto ai nonni di Steve (dalla Polonia). Testimonianza, se mai ve ne fosse bisogno, della grande attenzione che questo artista anagraficamente indirizzato verso “i 70” mostra nei confronti della realtà e della quotidianità.

Poi è la volta della celebrazione di Wind and Wuthering giunto al suo quarantennale: con Eleventh Earl of Mar, One for the Wine, e, alle 22.43, Blood on the Rooftops...

Ecco, in quel preciso momento, nel dipanarsi suggestivo e malinconico di uno dei più alti momenti della storia dei Genesis, il fan medio pensa che “sì, forse vale la pena ripetere a Steve in eterno la solita domanda sulla cosiddetta reunion…”. Da parte della stampa, naturalmente, in un ideale riverbero su Google del “tormentone” (Steve, disponibile come pochi e attento comunicatore, è protagonista di interviste in rete che crescono in rapporto ai tanti paesi nel mondo che ospitano i suoi show).

Inciso. Nelle scorse settimane è  stato in tour anche Phil Collins (difficile non saperlo visto la giustificata eco mediatica data all’evento dopo i tanti guai fisici che avevano fatto pensare al peggio per il grande drummer). Una clamorosa caduta in hotel in piena notte alla vigilia di una delle prime date inglesi aveva non solo aggravato – sia pure temporaneamente – la già precaria condizione fisica di Phil; ma anche generato ironie e ilarità, secondo l’implacabile legge dei social.

Poi il tour è ripreso e, complici una band in gran forma e una scaletta “da urlo”, oggi viene considerato un gran successo. Sì, Phil Collins che oggi si esibisce seduto sul palco, frenato dagli acciacchi, e lontano dalla batteria dove ha fatto accomodare il figlio sedicenne (che se la cava piuttosto bene). Sì, Phil Collins che con Steve scrisse nel lontano 1976 quella gemma preziosa che è Blood on the Rooftops…  Entrambi toccati dalla Grazia Divina in quei giorni.

Flashback. Legnano, 30 marzo, Teatro Galleria. Grazie alla collaborazione con Horizons Radio riesco a incontrare di persona, per un’intervista, il mio musicista preferito in assoluto (vedi sotto). La disponibilità e lo spessore umano di questo fuoriclasse della chitarra sono leggendari, ma corrispondenti alla realtà. Lo stesso dicasi per sua moglie Jo Lehmann, talentuosa manager e inesauribile “dinamo” della odierna carriera di Steve.

Che visto così da vicino mostra tutti gli anni che l’anagrafe gli assegna. Fisiologicamente il passo non è più spedito, e la “storica” miopia contribuisce alla sensazione generale. Detto ciò, già a Legnano nel corso del concerto avevo avuto modo di assistere al dipanarsi di una magia che solo il mondo artistico può regalare…

Di nuovo Vigevano. Chiusa la rivisitazione di Wind and Wuthering, è il momento di Dance on a Volcano: una scossa elettrica pervade la platea! La sontuosità e la perfezione del suono toccano lo zenit della serata (solo Firth of Fifth e Los Endos, nei bis, si avvicineranno per impatto). Se in generale Steve sul palco si trasforma, irrorando energia e carisma e facendosi beffe della carta d’identità, questo passaggio lo eleva a “soggetto” di un dipinto immortale che prende vita sul palco. Una potenza sonora, quella espressa dalla prima traccia di A Trick of a Tail, che neppure a mettere insieme il “Vasco” e il “Liga”, con rispetto, si potrebbe raggiungere…

Dance on a Volcano, moderna oggi come nel 1976, rappresenta idealmente il manifesto artistico di Steve: virtuosismo e gusto per la sperimentazione (dando i giusti meriti anche ai compagni di avventura di allora…).

Gusto per la sperimentazione che riemerge in una freschissima The Musical Box (sempre più “preistoria” genesisiana) e nel drammatico finale di Shadow of the Hierophant, da Voyage of the Acolyte.

Dance on a Volcano chiama a raccolta la magnifica band di Steve, ormai al livello di quella “fine anni 70-primi 80” guidata da Nick Magnus. Di quest’ultimo Roger King alle tastiere rappresenta ormai molto di più che un “degno successore” (parliamo di due incredibili e versatili talenti).

E se Gary O’Toole lascia il segno con un drumming potente e con l’eccellente performance vocale di Blood on the Rooftops, Nick Beggs al basso è letteralmente uno “spettacolo nello spettacolo”. Memorabile la performance con il basso a pedali suonato…con i pugni in Shadow of the Hierophant . A rendere selvaggio, al limite della violenza, l’arcano richiamo alla Natura che il brano propone.

Rob Townsend ai fiati è fondamentale per la rilettura sperimentale di molti brani. Infine Nad Sylvan, destinato a dividere in due i fans di Steve: tra chi lo apprezza e chi no come vocalist delle riproposte dei Genesis. E’ risaputo che Nad vive in un mondo un po’ suo, personaggio originale anche come “body language“. Ma è inserito alla perfezione nella band, e questo si percepisce a pelle. Tocca anche momenti altissimi come nei finali di Afterglow e The Musical Box, mentre la sua performance in Dance on a Volcano è semplicemente perfetta…

Dunque “il sogno continua“, come detto da Steve ai fan stravolti da Dance on a Volcano. Vale la pena che egli lo mantenga vivo lasciando nelle interviste anche qualche fragile speranza di reunion con i vecchi sodali (ultimamente cita molto Peter Gabriel come referente privilegiato).

Sognando e sognando il fan eccitato esce dal Castello di Vigevano pensando a quanto Steve si sia dato in oltre due ore di concerto. E sfoglia a memoria i pezzi oggi assenti, sognando di avere un’altra chance per sentirli: perle preziose come Ace of Wands, Clocks, Hammer in the Sand e – dai fasti con i Genesis – le già riproposte Fly on a Windshield, Watcher of the Skies e Entangled

Giorgio Bellocci  © RIPRODUZIONE RISERVATA

Steve Hackett ha raccontato  nel suo blog le giornate italiane nelle tappe del Genesis Revisited & Hackett Classics 2017 tour. 

Leggi il Blog di Steve – CLICCA QUI

Ed ecco un commento a caldo di Steve:

“The Italian tour has been a joy… Wonderful weather, beautiful old towns, spectacular scenery, incredible beaches and amazing crowds… Great to have Mum join us all in Pescara too! Thank you Vania, Sergio and all the team for a fabulous tour… Warmest wishes to all, Steve” (dalla pagina Facebook)

L‘intervista di Giorgio Bellocci a Steve Hackett prima del live applauditissimo a Legnano (Milano) il 30 marzo 2017. GUARDA:

Leggi anche l’intervista esclusiva a Jo, l’altra metà di Steve:

Jo, the Other Side of Steve Hackett – Exclusive Interview

Ecco i video dai concerti postati sui social:

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Storie d’estate: Genesis, il grande live a Roma, 2007 – VIDEO

Il 14 luglio 2007 i Genesis si esibiscono al Circo Massimo a Roma, di fronte al pubblico più numeroso della loro carriera. Riguardiamo le immagini e il video. 

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Il video del concerto:

Il numero degli spettatori è impressionante, qualcuno afferma mezzo milione. Essendo il concerto gratuito e la serata calda e invitante evidentemente molti sono lì per curiosare. Ma ciò non sminuisce l’evento.

Setlist (da Setlist.fm):

Duke’s Intro:

  1. Behind the Lines
  2. Duke’s End
  3. Turn It On Again
  4. Land of Confusion
  5. No Son of Mine
  6. Land of Confusion

    In the Cage Medley:

  7. In the Cage
  8. The Cinema Show
  9. Duke’s Travels
  10. Afterglow
  11. Follow You Follow Me
  12. Hold on My Heart
  13. Home by the Sea
  14. Second Home by the Sea
  15. Follow You Follow Me
  16. Firth of Fifth
    (only instrumental part)
  17. I Know What I Like (In Your Wardrobe)
  18. Mama
  19. Ripples…
  20. Throwing It All Away
  21. Domino
  22. Drum Duet
  23. Los Endos
  24. Tonight, Tonight, Tonight
  25. Invisible Touch

    Encore:

  26. I Can’t Dance
  27. The Carpet Crawlers

Ecco alcuni artwork di bootleg e DVD realizzati dopo il concerto (da Genesis The Movement):

Il 12 maggio i Genesis avevano ricevuto il VH1 Rock Honors, al Mandalay Bay Resort di Las Vegas negli USA. La loro era stata la prima apparizione pubblica elettrica con Collins da 14 anni. E’ infatti dal Cowdray Concert del 18 settembre 1993, ultimo concerto con Phil che non si mostravano insieme.

Ecco il video dell’evento, con l’indimenticabile introduzione di Robin Williams:

Con il Turn It On Again Tour  è calato il sipario sulla gloriosa storia dei Genesis dal vivo.

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Ascolta Genesis & Co.anche su:

Djabe & Steve Hackett, Life Is A Journey – Sardinia Tapes

Djabe & Steve Hackett, è uscito Life Is A Journey – The Sardinia Tapes, il nuovo album in studio.

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Nel 2016 Steve, Gulli Briem, leggendario batterista del gruppo islandese Mezzoforte e alcuni membri dei Djabe si sono dati appuntamento in Sardegna e hanno registrato questo album.

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Il precedente album di Steve Hackett & Djabe è Summer Storms & Rocking Rivers.

L’album, ora è disponibile nelle versioni CD, CD+DVD, Doppio CD e MP3, ed è stato registrato nei concerti di Bratislava in Slovacchia il 14 luglio 2011, eccetto Los Endos che arriva da Budapest nel live del 30 Novembre 2012.

Originariamente è uscito in doppio vinile e Blu-ray.  Ma ora, appunto ecco una nuova edizione. 

Steve Hackett collabora con i Djabe dal 2003, prima nell’album della band Sheafs are dancing, poi in concerto insieme a Londra nel 2004.

Dal 2007, ogni anno, intraprendono mini-tour che toccano ogni parte del mondo: tra cui Malaysia, Bosnia, Austria, Slovenia, Olanda, Lituania, Croazia, Slovacchia, Serbia, Bulgaria, Russia e molte altre.  Memorabile la partecipazione, in Romania, al Garana Jazz Festival di fronte a 13.000 persone.

Insieme eseguono in eguale misura le composizioni di Genesis, Steve Hackett  e Djabe.  Da una parte la band ungherese si confronta con i Genesis dell’era Gabriel e Collins indifferentemente, dall’altra Steve Hackett si immerge alla perfezione nella musica dei Djabe. La loro collaborazione, oltre ai concerti, trova spazio in svariati album – GUARDALI SU AMAZON.

Steve Hackett racconta i giorni in Italia nel suo blog

Steve Hackett racconta nel suo blog le giornate italiane nelle tappe del Genesis Revisited & Hackett Classics 2017 tour. 

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Leggi il Blog di Steve – CLICCA QUI

Ed ecco un commento a caldo di Steve:

“The Italian tour has been a joy… Wonderful weather, beautiful old towns, spectacular scenery, incredible beaches and amazing crowds… Great to have Mum join us all in Pescara too! Thank you Vania, Sergio and all the team for a fabulous tour… Warmest wishes to all, Steve” (dalla pagina Facebook)

Ee ecco i video dai concerti postati sui social:

Le foto di Giorgio Bellocci al concerto di Vigevano del 4 luglio:

L‘intervista di Giorgio Bellocci a Steve Hackett prima del live applauditissimo a Legnano (Milano) il 30 marzo 2017. GUARDA:

Leggi anche l’intervista esclusiva a Jo, l’altra metà di Steve:

Jo, the Other Side of Steve Hackett – Exclusive Interview

Nel Tour Steve Hackett rivisita i classici dei Genesis in particolare ha celebrato il 40.mo anniversario di Wind & Wuthering, oltre al suo immenso repertorio solista. Protagonista anche il nuovo album The Night Siren. 

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Nursery Cryme – Italy

Genesis Tribute Bands: Nursery Cryme

Pagine multimediali di Horizons Radio sulle Tribute Band dedicate a Genesis & Co. Ecco i Nursery Cryme.

La band romana da anni esegue i brani di tutto il repertorio Genesis.

I Nursery Cryme sono:

Steve Sangermano (voce solista);

Dario Foschetti (chitarre e cori);

Fabio Foschetti (basso, chitarra, bass pedal);

Paolo  Sarli (chitarra, cori);

Alessandro Fraschetti (piano, tastiere);

Daniele Fraschetti (batteria).

Pagina Facebook

Guarda i video dei Nursery Cryme

Ray Wilson, live in Italia – VIDEO

Ray Wilson in concerto in Piazza Duomo a Spilimbergo (Pordenone).

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Ray si è esibito con la sua Band nell’estate musicale di Folkest.

Ray Wilson & Band: 

Ray Wilson Vocals, Guitar
Steve Wilson Guitar, Vocals
Ali Ferguson Lead Guitar, Vocals
Lawrie Macmillan Bass Guitar, Vocals
Kool Lyczek Piano and Keyboards
Marcin Kajper Saxophone, Flute, Clarinet
Mario Koszel Drums and Percussion

Guarda i video nella playlist:

Il Live albumTime and Distance“:

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Gli altri album di Ray:  ACQUISTALI ORA SU AMAZON.

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Ascolta Genesis & Co.anche su:

HR Press Review – Lily Collins a Ischia Global Festival

Travagliato (Brescia), Dancing Supertivoli, 24 Agosto 1972

La tappa di Travagliato segna la fine delle due incursioni italiane dei Genesis nel loro Nursery Cryme Tour. Ma la prova che questo concerto sia realmente avvenuto sta nella ricerche svolte da Mino Profumo negli archivi del Giornale di Brescia, dove ha scovato due box pubblicitari del 20 e del 24 agosto e ri-pubblicati su Genesis in Italia. I concerti 1972-1975.

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Il Tivoli Music Hall – foto dal web

Inoltre c’è la testimonianza su metallized.it di Richard Milella, presente al primo concerto a Travagliato, il 16 aprile.

A proposito dell’esecuzione di Watcher Of The Skies, Milella non può che riferirsi ad agosto, periodo in cui il brano è inserito stabilmente in scaletta già nella forma che lo vedrà aprire l’imminente Foxtrot, mentre in aprile, come è noto, il brano è in fase di gestazione proprio durante il tour italiano. Ecco cosa scrive:

Peter parla nella sua lingua ma fa capire che eseguirà ora un brano registrato da pochi giorni e che uscirà sul prossimo Lp dal titolo Foxtrot. Il brano lo ricordo benissimo perché ci emozionò tutti sin dal primo ascolto con quel suo incedere maestoso fra i tasti dell’Hammond: Watcher of the Skies è una pietra miliare e Gabriel lo interpretò anche teatralmente accucciandosi nei chiaro-scuri dell’organo e saltando letteralmente in alto nelle esplosioni orchestrali. 
Certa letteratura dice che il brano fu concepito durante questo primo tour in casa nostra; sbagliato, quando lo eseguirono nelle date italiane era già così bello, così completo e così arrangiato da certificare una certosina preparazione anche se su disco uscirà effettivamente mesi dopo.”

Se hai ricordi di questo concerto scrivi a info@horizonsradio.it

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