Genesis Magazine Dusk: copertina e sommario del numero 104 – MODALITA’ di ABBONAMENTO

Il nuovo numero di Dusk, il primo e storico Genesis Magazine italiano, come al solito, ospita interviste esclusive e numerosi servizi sulle ultime novità del mondo Genesis.

Ecco il sommario:

Peter Gabriel
Live and Let Love
i/o – il tour e le nuove canzoni

Cornamuse e clonazioni – Intervista esclusiva a Anthony Phillips

Nient’altro che la verità – Intervista esclusiva a Percy Jones

Mike & The Mechanics – Refueled tour!

Ray Wilson Live

Recensioni

Libri:
Play Me My Song – The Music Of Genesis, di Philip Stichtenoth
Decades – Phil Collins In The 80’s, di Andrew Wild

Dischi:
Phil Collins & Flaming Youth: The European Broadcasts
Steve Hackett: Guitar Noir e Darktown in vinile
Eric Clapton: 24 Nights Rock (feat. Phil Collins)
Tom Robinson Band: The Albus 1978-79

Non resta quindi che attendere l’arrivo a casa di questo nuovo numero di Dusk, come sempre ricchissimo di materiale Genesis & Co.

E chi non l’avesse già fatto, può iscriversi e abbonarsi qui.

Ascolta i Genesis:

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“Wildlife” di Anthony Phillips & Joji Hirota in 2 CD expanded and re-mastered edition – COMPRA

Si tratta di un’edizione in 2 CD ampliata e rimasterizzata di “Wildlife” di Anthony Phillips e Joji Hirota.

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Compra “Wildlife”: CLICCA QUI PER LA VERSIONE EUROCLICCA QUI PER LA VERSIONE UK.

“Wildlife” conteneva le musiche registrate per i programmi della longeva serie televisiva “Survival” ed era una meravigliosa raccolta di musiche splendidamente evocative.

Pubblicato in parte come tributo al regista di film sulla fauna selvatica Nick Gordon e accolto con favore dai fan, l’album è stato ora rimasterizzato di recente e ampliato in un set di 2CD con un disco aggiuntivo di registrazioni inedite di collaborazioni per le colonne sonore tra Anthony e Joji.

Per la prima volta è incluso anche “The Victors”, una collaborazione tra Anthony e Mike Rutherford registrata per la televisione nel 1991.

Questa edizione è corredata da un libretto illustrato con note di copertina di Anthony Phillips e Jonathan Dann ed è una gradita riedizione di una meravigliosa raccolta di musica di due musicisti fantasiosi e rispettati.

Ascolta Anthony Phillips:

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LEGGI PERCHE’

Genesis primi nella lista di Forbes dei 10 più ricchi nel mondo dello spettacolo

I tre hanno ottenuto il primo posto dopo la vendita del catalogo da 300 milioni di dollari lo scorso autunno.
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I Genesis sono arrivati ​​in cima alla top 10 degli intrattenitori più pagati del 2022, sostenuti da una massiccia vendita di cataloghi lo scorso autunno, nonché dai ricavi guadagnati dai tour e dallo streaming.

L’ensemble musicale di Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford è stato nominato al primo posto della lista di Forbes con $ 230 milioni di entrate dopo aver venduto il loro catalogo a Concord Music Group a settembre per un totale di $ 300 milioni.

Il totale di $ 230 milioni includeva anche i totali in streaming dal lavoro di Collins come artista solista.

Le ultime della Band su Horizons Genesis:

Angolo del Collezionista

Ecco le offerte sui Genesis: CLICCA QUI.

Ascolta i Genesis:

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I luoghi di Peter Gabriel: Bath, da “buen retiro” a “real world” – VIDEO & RICORDI

I luoghi indimenticabili nella storia di Genesis & Co., attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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Tra i luoghi fondamentali per Peter Gabriel ci sono la città di Bath e i suoi dintorni, in Somerset, UK.

Bath dal sito web Bath Echo

Un posto che, da iniziale buen retiro, per meditare a distanza su certi eventi, come vedremo, è stato fonte di ispirazione e sperimentazione fino alla creazione della struttura della sua Real World.

Peter si stabilisce nella prima abitazione della sua storia con la città a  Woolley Mill, nell’omonima valle, nei pressi di Bath, con Jill incinta; la figlia Anna-Marie nascerà dopo un parto difficilissimo il 26 luglio 1974.

Siamo nel periodo successivo al tour di “Selling England By The Pound” e alla vigilia delle burrascose sessioni di composizione, registrazione e relativa tournée di “The Lamb Lies Down On Broadway”.

Qui Gabriel si rifugia nei momenti liberi, in “fuga” da Headley Grange, dove i Genesis si sono ritirati per comporre e provare le canzoni del nuovo album.

Qui, come racconta Richard Macphail…

… riceve la telefonata della madre che chiede spiegazioni sul significato dei testi di The Lamb.

Ed è qui che, secondo Daryl Easlea…

…Peter si ritira dopo il tour e redige la lunga lettera per annunciare ufficialmente la sua decisione di lasciare i Genesis.

Dopo essere uscito dalla band, Gabriel si dedica qui ai suoi passatempi preferiti del momento: la campagna e la famiglia. A Bath, sempre secondo Easlea, si confonde con la comunità locale, e si prende «due anni per crescere i cavoli e i figli».

Come riporta Mario Giammetti…

…Peter ha raccontato ad Armando Gallo su Ciao 2001 nell’aprile 1976: «Per almeno sei mesi dopo la mia uscita dai Genesis ho frequentato gente non collegata con il mondo musicale, gente che non sapeva nemmeno dell’esistenza di un complesso chiamato Genesis».

A Bath Peter sperimenta stili di vita alternativi, medita di entrare in una comune (una delle quali si chiama Genesis), assume qualche droga, senza eccessi. Si presenta anche sul palco degli amici Stackridge al Friars Aylesbury, uscendo da una torta di compleanno.

Gabriel ritiene l’antica città termale romana di Bath un ottimo conduttore di energia, che presto lo porterà a iniziare a comporre nuova musica.

E tra le nuove esperienze ce n’è una mistica del cantante sulla collina di Solsbury, che sovrasta la città.

Little Solsbury Hill dal sito web Kids of Bath

Come scrive Davide Castellini…

…«La collina di Solsbury è uno spazio fisico reale, un monticello nei pressi di Bath (…). Ma è anche un luogo metaforico da dove si possono osservare le “luci della città” – la realtà presente e nel contempo avere uno sprazzo dell’incerto futuro che si prospetta – l’aquila che spicca il suo volo nella notte scura».

Emozioni che saranno  di grande ispirazione per il suo primo singolo da solista “Solsbury Hill”, in cui spiega anche i motivi dell’abbandono dei Genesis, brano che ha anticipato nel febbraio del 1977 l’uscita del primo album.

Gabriel ha quindi trovato un luogo stimolante in cui far fiorire le nuove idee. In questo contesto creativo, inizia a organizzare il suo studio di registrazione casalingo, che presto sarà frequentato da spiriti a lui affini. I primi demo per il nuovo disco vengono proprio dal pianoforte di Woolley Mill.

Ma non sempre Bath ha portato fortuna a Peter. Come lo sciagurato primo Festival WOMAD del 16 luglio 1982, che si tiene proprio vicino casa di Gabriel, ma ciò non garantisce il successo, anzi.

Siamo nel West Country, fuori Shepton Mallet, nello stesso campo in cui i Led Zeppelin parteciparono al secondo Bath Festival nel 1970.

L’intero evento presenta enormi sfide: il pubblico è in estasi ma la vendita dei biglietti è pessima, il tempo è brutto, la BBC si è ritirata nonostante avesse promesso una trasmissione televisiva e uno sciopero dei treni ha tenuto lontane le persone.

Le limitazioni imposte dalle autorità locali fanno ricadere su Peter le spese degli artisti internazionali invitati. Peter e Jill ricevono addirittura minacce di morte da persone a cui devono dei soldi.

«È diventata un’esperienza da incubo quando ci siamo resi conto che non c’era modo di ottenere la vendita dei biglietti per coprire i nostri costi», ha detto Peter al Guardian nel 2012.

Ecco la sua esibizione a quel Festival:

Debiti che solo la reunion al Milton Keynes Bowl del 2 ottobre dello stesso anno, con i vecchi amici dei Genesis, Steve Hackett compreso, hanno potuto ripianare.

Nel frattempo, la famiglia Gabriel si è trasferita ad Ashcombe House a Swainswick, nord-est di Bath.

Peter ha affittato la proprietà nel 1978 e ha convertito il fienile della casa nel suo studio.

In questo video è possibile assistere a diversi momenti (familiari e artistici) della sua vita ad Ashcombe House:

Ad Ashcombe House Peter ha anche lavorato alla sceneggiatura del film su “The Lamb Lies Down On Broadway”, con il regista cileno Alejandro Jodorowsky. Due mesi di lavoro ritenuti da Gabriel molto interessanti, ma il progetto non va a buon fine.

Va meglio dal punto di vista musicale. Nello studio ex fienile, Peter compone le canzoni del terzo album con il proprio nome (soprannominato anche Melt), del 1980, e vi registra il successivo del 1982 (o Security),  la colonna sonora del film “Birdy”, tra l’ottobre e il dicembre 1984 e “So”, pubblicato nel 1986.

Non solo: il brano “My Secret Place” dell’album “Chalk Mark in a Rain Storm” di Joni Mitchell viene registrato ad Ashcombe House nel 1986, così come parti dell’album Robbie Robertson del 1987 (anche se i crediti di copertina collocano erroneamente Ashcombe House a Londra).

Nel 1986, finito l’album So, Peter decide che è il momento di trasferirsi da Ashcombe House a una struttura di registrazione permanente. La cosa più importante per Gabriel è essere vicino all’acqua. Prende in considerazione diversi siti, per lo più vecchi mulini, rigorosamente nella zona di Bath.

Ma nel mese di ottobre del 1987 Peter e Jill si separano definitivamente. Divorzieranno nel marzo 1988. Fortunatamente la ex moglie e le bambine non andranno a stare lontano da Bath e così Peter può vedere le figlie ogni giovedì sera e ogni due weekend. In questo periodo Peter inizia la relazione con Rosanna Arquette, conosciuta proprio durante la reunion di Milton Keynes.

Il Box Mill (noto anche come Pinchin’s Mill) è un mulino ad acqua sul By Brook, antico di 200 anni nel Wiltshire. Nel 1864 faceva parte della Box Brewery di proprietà della famiglia Pinchin, che in quell’anno chiuse la loro Northgate Brewery a Pulteney Bridge a Bath.

Nel 1987 Gabriel lo acquista, lo sistema e aggiunge un altro edificio (“The Big Room”). 

Peter si mette al lavoro per trasformare il pittoresco gruppo di edifici in un complesso live e studio, completo di spazio residenziale per artisti, una stanza in cui scrivere e una grande sala di controllo, piena di luce naturale.

Ora il sito ha le dimensioni e lo spazio necessari, è vicino al fiume, come voleva Peter, è in una bellissima zona ed è accessibile da Londra, con Bath a 120 miglia (200 km) di distanza, un’ora e mezzo di treno.

Il primo album a essere registrato qui è la colonna sonora del film “L’ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese, che inaugurerà anche la neonata etichetta Real World, con il titolo “Passion” nel 1989.

E proprio qui, negli studi della sua etichetta, nel 1997, nasce per Gabriel un nuovo amore. Lei è Meabh Flynn, ingegnere e pianista, che lavora alla Real World dalla metà degli anni Novanta. È di 22 anni più giovane di lui. La sposa nel 2002. Il 27 settembre 2001 era nato Isaac Ralph, seguito da Luc nel 2008.

Peter mantiene anche  buoni rapporti con Jill, che ora lavora come consulente e psicoterapeuta a Bath.

E, tra le tante iniziative che lo vedono prendere posizione in tutto il mondo, trova il modo di pensare anche al “suo” angolo di Inghilterra.

Nel maggio 2010 si è unito a una campagna per fermare lo sviluppo agricolo proprio nella valle di Woolley. Un’azienda agricola aveva pianificato di allevare intensamente polli. Gabriel è entrato a far parte del Save Woolley Valley Action Group per fermare il progetto. 

Per preservare la valle che ha ospitato la sua prima casa di Bath e che ha ispirato il suo primo singolo da solista, “Solsbury Hill”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

News su Peter Gabriel

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Ascolta Peter Gabriel:

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“A Light on the Hill”, l’omaggio a Anthony Phillips di The Ant Band (con Steve Hackett) – COMPRA

Un tributo alla musica di Anthony Phillips per celebrare i suoi 70 anni, compiuti il 23 dicembre 2021.

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14 classici di Anthony Phillips rielaborati da 14 musicisti provenienti dalla Germania, in un’unione virtuale chiamata The Ant Band, e con il contributo di Steve Hackett, autore di uno splendido assolo di chitarra a F Sharp (la prima versione di The Musical Box).

Acquistalo in Mp3 e, oltre a Corona Artists’ Aid, cui andranno tutti i profitti, aiuti Horizons Genesis – LEGGI COME –:

A questi LINK puoi acquistare il CD in pocketpac con note di copertina dell’archivista di Phillips Jonathan Dann.

L’album include anche i brani inediti Study No.1 in E Maj e Moon’s Lament For The Sun (la versione vocale di “Moonfall”).

Concept, coordinamento e produzione di Tom Morgenstern.

L’artwork di Helmut Janisch è un omaggio all’album di debutto di Phillips The Geese & The Ghost.

Potrebbe interessarti anche:

Anthony Phillips: il cofanetto Archive Collections Vols 1 & 2, 5CD remastered – COMPRA

Ascolta Anthony Phillips:

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Anthony Phillips: il cofanetto Archive Collections Vols 1 & 2, 5CD remastered – COMPRA

Un cofanetto di 5CD rimasterizzato di recente che comprende i due album originali ‘Archive Collection’ di Anthony Phillips.

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Oltre al suo lavoro come solista, Anthony è stato un compositore di musica per la televisione per molti anni, risalendo fino al 1976 e quelle composizioni costituiscono la spina dorsale di queste collezioni.

Compralo qui e, oltre all’autore, aiuti Horizons Genesis – LEGGI COME –:

Nel marzo 1998 Anthony ha pubblicato il primo volume di ‘Archive Collection’. A causa della popolarità della pubblicazione, un secondo volume di ‘Archive Collection’ fu pubblicato nel maggio 2004.

Questi titoli hanno raccolto composizioni di colonne sonore e rare registrazioni d’archivio fatte da Anthony Phillips nel corso degli anni.

Anthony ha ora lavorato con il suo archivista Jon Dann per preparare questo nuovo cofanetto di questa meravigliosa musica, compilando una nuova versione espansa con 27 tracce aggiuntive di materiale d’archivio raro e inedito, incluso un demo del 1966 della band pre-Genesis The Anon e anche un CD aggiuntivo di ‘The Masquerade Tapes’ con musica ispirata al libro illustrato di Kit Williams.

Questo nuovo cofanetto di ‘Archive Collections I And II’ presenta note di copertina di Jon Dann ed è una collezione di musica di uno dei musicisti più fantasiosi e rispettati della Gran Bretagna. Sicuramente piacerà agli aficionados del rispettato lavoro di Anthony Phillips.

Track List:

DISC ONE:
Archive Collection Volume One: Disc One
1. Back to Pluto (1987)
2. Promenade (alternate version 1986)
3. Take This Heart (demo 1972)
4. Beside the Water’s Edge (demo 1977)
5. The Geese and The Ghost (kiddies mix 1975)
6. Which Way the Wind Blows (alternate version 1975)
7. Rowey Song (1972)
8. Lucy Will (demo 1978)
9. God If I Saw Her Now (demo 1970)
10. In Memoriam Ad (demo 1970)
11. Hunt Song (demo 1977)
12. Rule Britannia Closing Theme (1981)
13. Exocet (instrumental mix 1982)
14. Study In G (1978)
15. Holy Deadlock (vocal mix 1978)
16. Catch You When You Fall (1978)
17. F Sharp (demo 1969)
18. The Geese and The Ghost (demo 1969)
19. F Sharp 2 (demo 1969)
20. Rowey Reprise (1972)
21. Slow Dance (single demo 1990)
22. The Burnt-Out Cattle Truck Hits the Road (1991)
23. The Women Were Watching (instrumental mix 1982)

DISC TWO:
Archive Collection Volume One: Disc Two
Tracks 6 – 18 previously unreleased
1. KIP PJ (1978)
2. Queen Bettine (demo 1972)
3. What Is the Meaning? (demo 1969)
4. Farewell (demo 1969)
5. Cradle Song (1978)
6. Master of Time (instrumental version 1973)
7. Lucy: An Illusion (1978)
8. Henry Goes to War (guitars only mix 1975)
9. Sleepfall Celeste (1976)
10. God If I Saw Her Now (alternate version 1975)
11. Make the Best of a Bad Situation (1982)
12. Regrets (initial orchestral run-through 1977)
13. Nightmare Link (1978)
14. Greenhouse (instrumental mix 1977)
15. In Absentia (demo 1971)
16. Stranger (demo 1970)
17. Master of Creation (demo 1969)
18. Pennsylvania Flickhouse (The Anon demo 1966)

DISC THREE:
Archive Collection Volume Two: Disc One
1. Guitar Song (demo 1973)
2. The Anthem from Tarka (demo 1988)
3. Deep in the Night (demo 1977)
4. Bleak House (instrumental mix 1978)
5. Our Man in Japan (library piece 1979)
6. Child Song (demo 1973)
7. Old Wives Tale (solo version 1976)
8. Scottish Suite II (i) Leaping Salmon
9. Scottish Suite II (ii) The Witching Hour
10. Scottish Suite II (iii) Two Truths
11. Scottish Suite II (iv) The Letter
12. Scottish Suite II (v) Walpurgis Night
13. Scottish Suite II (vi) Sweet Reaper
14. Scottish Suite II (vii) Why Sinks This Cauldron?
15. Scottish Suite II (viii) Her Last Sleepwalk
16. Sally (instrumental mix 1982)
17. Windmill (demo 1971)
18. Tregenna Afternoons (demo 1973)
19. Lofty Vaults (library piece 1979)
20. Variation on a Theme of Fantomas (demo 1973)
21. Picardy Pictures (demo 1972)
22. Polar Lights (library piece 1979)
23. The Ridolfi Plot (demo 1978)
24. Falling for Love (instrumental mix 1982)

DISC FOUR:
Archive Collection Volume Two: Disc Two
1. Highland Fling (library piece 1979) 2. Prelude #1 (1981)
3. Siesta (1981)
4. Bubble and Squeak (1981)
5. Guru (instrumental mix 1982)
6. Shady Arbours (1974)
7. West Side Alice (1983)
8. Vic’s Tango (demo 1983)
9. Seven Long Years (instrumental mix 1976)
10. Romeo and Juliet (library piece 1976)
11. I Saw You Today (1978)
12. The Anthem from Tarka (alternate mix of demo 1988)
13. Quadrille (from Alice) (1983)
14. Desert Suite (i) Sand Dance
15. Desert Suite (ii) Pipelines
16. Desert Suite (iii) End Theme
17. Fantomas Opening Theme (film music 1973)
18. Sistine (instrumental mix 1982)
19. Sisters of Remindum (basic mix 1977 / 1978)
20. Will the Last Man Off the Ice Rink (Please Turn Out the Lights) (1973)
21. Finale (instrumental mix 1982)

DISC FIVE:
Archive Collection:
The Masquerade Tapes
Previously unreleased
1. Overture
2. Moon
3. Sun
4. Tara’s Theme
5. Craw
6. All Horrors of the Night
7. Penny Pockets
8. Hare B Minor
9. Destiny
10. Fire
11. Yellow Carpet
12. Masque Moon
13. Moon’s Lament for the Sun (Vocal by Lindsey Moore)
14. Last of the Heavy Hares
15. Only A Dream

Ascolta Anthony Phillips:

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#NowPlaying News: il documentario su Anthony Phillips “From Genesis… to Revelation” del 1998 ora su YouTube – VIDEO

Audio e video 100% Genesis & Co. Le novità del momento.
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Questo raro documentario di Anthony Phillips, uscito su VHS-video nel 1998, è ora disponibile su YouTube.

Guarda il video:

https://youtu.be/i66H5gnOnAo

Il video era stato realizzato per accompagnare l’uscita della biografia di Ant.

Angolo del Collezionista

Ascolta Anthony Phillips:

Horizons Radio News

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I 30 anni di Dusk Genesis Magazine: intervista al Fondatore e Direttore Mario Giammetti

Dusk, il primo e storico Genesis Magazine italiano, ha compiuto 30 anni. Li racconta a Horizons Genesis il Fondatore e Direttore Mario Giammetti.

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I 30 anni di Dusk.

Il 16 marzo 1991 veniva chiuso nella redazione virtuale di Dusk il numero zero di una gloriosa fanzine (poi trasformatasi in rivista patinata) che, unica al mondo, resiste a tutt’oggi in forma stampata.

Per festeggiare questo incredibile anniversario, oltre al numero speciale riservato ai soli associati a cui stanno lavorando, l’ideatore e Direttore Mario Giammetti e il suo gruppo di lavoro hanno chiesto ai componenti dei Genesis di condividere la gioia con loro.

Guarda qui i video.

Mario Giammetti racconta a Horizons Genesis i 30 anni di Dusk.

– Quando e perché hai avuto l’idea di una pubblicazione dedicata ai Genesis?

Nel 1990 andai a trovare Anthony Phillips, che mai nessuno in Italia, che io sappia, aveva intervistato. Parlammo oltre un’ora ma Ciao 2001, a cui all’epoca collaboravo, mi concesse solo tre o quattro cartelle, per un risultato di due pagine. E il resto, mi chiesi? Un mio amico di penna dell’epoca mi disse: perché non stampi l’intervista integrale e la vendi agli appassionati? La cosa mi sembrava poco fattibile, però mi fece venire in mente che, forse, c’erano diverse persone interessate ad avere più notizie sul mondo dei Genesis. All’epoca soltanto Ciao 2001 e Rockstar ne parlavano, ma ovviamente solo in occasione di nuovi album. Inoltre in quel periodo c’erano fanzine dedicate ad artisti, a mio giudizio, assai meno importanti dei Genesis, così decisi di provare, per puro divertimento: avendo già alle spalle un libro (“Genesis Story”, Gammalibri 1988) e tre anni di articoli sul Ciao, feci il salto dall’altra parte della barricata per curiosità realizzando un numero zero fotocopiato che spedii in cambio di un francobollo.

– Oltre a Dusk, quali altri nomi hai preso in considerazione?

Nessuno, in realtà. Quando pensai al nome, mi dissi che doveva essere breve e immediato. Dusk si prestava a tutto ciò. Inoltre, la sua traduzione nascondeva anche un significato recondito: crepuscolo, tramonto. Il che assecondava la mia idea di essere sempre obiettivi, senza mai farsi accecare dalla visione da fan. Arrivando ad ammettere, se necessario, anche il crepuscolo di un’avventura. Cosa che, però, non è mai avvenuta. Perlomeno, non del tutto.

– Quali sono state e quali continuano a essere le difficoltà di questa impresa?

La manovalanza, se così si può dire. Sebbene con l’aiuto imprescindibile di fantastici collaboratori, la gestione pratica ed economica (anche se da un paio di anni su quest’ultimo punto ricevo un consistente aiuto da Stefano Tucciarelli) continua a gravare esclusivamente sulle mie spalle. Questo è sicuramente positivo da una parte, perché non devo chiedere il permesso a nessuno sulle scelte che andrò a prendere, ma diventa davvero pesante quando si tratta poi di portare a compimento un numero. Mi riferisco alla realizzazione, sempre molto complicata, ma anche all’aspetto prettamente fisico: portare le buste e i pacchi agli uffici postali è spaventosamente faticoso. Sui disservizi postali, poi, meglio stendere un velo pietoso.

– Qual è stata la soddisfazione più grande di questi 30 anni?

Dal punto di vista personale, ovviamente conoscere, seppure a vario livello, i miei musicisti preferiti. Poi il fatto che, seppur raramente, talvolta ho ottenuto con Dusk cose che mi erano state negate in qualità di giornalista (più spesso, a onor del vero, è accaduto il contrario, ma ci sta). Ma la gioia più grande è avere il numero in mano, fresco di stampa. Succede da 30 anni ed è sempre un’emozione, anche se a volte si tramuta in delusione per qualche errore imprevisto di stampa o un lavoro tipografico non proprio impeccabile.

– Qual è stata l’intervista più difficile, che hai inseguito più a lungo?

Phil Collins. Dopo un breve incontro faccia a faccia a Perugia nel 1996, ho dovuto aspettare ben otto anni prima di potergli fare finalmente un’intervista come si deve, al Filaforum di Assago nel 2004. Esperienza poi replicata nel 2010 e, telefonicamente, nel 2016.

– Chi è il membro Genesis più intervistato e perché?

Sicuramente Steve Hackett, per due ragioni: primo, è di gran lunga il più attivo di tutti. Secondo, è anche incredibilmente disponibile e, oltretutto, molto attendibile e abbastanza preciso nei ricordi.

– Non ci pare, ma ti è sfuggito qualcuno della galassia Genesis da intervistare?

Peter Gabriel non ha ancora accettato un’intervista esclusiva. L’ho incontrato diverse volte e gli ho rivolto personalmente delle domande in conferenze stampa o roundtable (chiacchierate per un numero limitato di giornalisti, in genere otto), ma le mie infinite richieste per un faccia a faccia o una telefonica alle sue assistenti non hanno ancora dato esito favorevole. Per il resto, direi di aver intercettato davvero tutti, perlomeno quelli in vita. Compreso il più inaccessibile in assoluto: John Silver.

– Cosa ne pensano i Genesis di Dusk?

Sono sicuramente tutti riconoscenti per il lavoro che facciamo, consapevoli che questo genere di pubblicazioni servono a tenere accesa e alimentare la fiammella. C’è naturalmente il problema della lingua, per cui non possono leggere quello che scrivo anche se, a dire il vero, non credo che, a quelli grossi almeno, interesserebbe più di tanto. Tony Banks, per esempio, ha dichiarato più volte di non leggere recensioni né libri sulla band e che è stato costretto a farlo nel caso della biografia di Mike Rutherford (per poi pentirsene amaramente!). Steve Hackett è invece molto attento e interessato e, se gli mando la traduzione di un articolo, sicuramente la legge.

– Ti hanno mai chiesto (anche qualche membro dei Genesis) di tradurre in altre lingue gli articoli di Dusk?

Per alcuni anni è esistita una versione in inglese, fotocopiata, di Dusk, almeno di buona parte degli articoli compresi in ciascun numero. Poi però ho smesso: non ne valeva la pena perché gli abbonati stranieri sono sempre stati una sparuta minoranza. Non si contano invece le volte che qualcuno mi ha detto “se fosse in inglese, non perderei un numero di Dusk”. Sono quelli che poi hanno molto gradito il mio libro “Genesis 1967 To 1975: The Peter Gabriel Years”, pubblicato lo scorso anno dalla londinese Kingmaker.

– Visto che Dusk è l’unica pubblicazione su carta nel mondo sui Genesis, quali feedback hai dall’estero?

Torniamo al discorso lingua; chi non parla italiano, si concentra sull’impatto delle foto e sui contenuti e non è raro che qualche amico estero mi scriva chiedendomi maggiori informazioni su qualcosa che ha captato ma ovviamente non riesce a comprendere fino in fondo. Ma ci sono un manipolo di appassionati che ci seguono con fedeltà assoluta pur senza capire una sola frase: a loro basta guardare come è strutturato il giornale per comprendere che ne vale sempre la pena.

– Non sempre siete d’accordo con le scelte dei Genesis (vedi per esempio l’ultima reunion) o con la qualità e necessità di certe ristampe. E non vi censurate. Pensi che con il tempo possa cambiare questa linea editoriale?

Assolutamente no. Quando c’è stato da criticare, lo abbiamo sempre fatto, senza nessuna remora, in accordo all’editoriale del numero zero. Si può ovviamente non essere d’accordo, ma nessuno di certo ci può accusare di faziosità. Di tanto in tanto qualcuno mi definisce il fan numero uno dei Genesis, pensando di farmi un complimento, ma per me non lo è affatto: che adori la band è scontato, ma mi ritengo un giornalista prima e solo di rimbalzo un appassionato. Per questo uso, per gli album che recensisco su Dusk, il medesimo approccio critico che ho usato con il Ciao, Rockstar, Jam e che uso tuttora per Classic Rock: sincerità totale, senza sconti a nessuno.

– Qual è la critica più dura e l’elogio più bello da parte dei lettori?

Qualche lettore in passato ci ha definiti una sorta di fanclub di Steve Hackett, perché di lui si parla sempre più degli altri. Ma come potrebbe essere altrimenti, visto che pubblica il triplo di quello che producono tutti gli altri messi assieme? Qualche altro lettore ritiene che si dia troppo spazio a Anthony Phillips (dimenticando che è stato il fondatore e per un breve periodo addirittura il leader della band). Molti, infine, detestano e neanche cordialmente Ray Wilson. Una volta incontrai a un concerto un ex abbonato che, dopo essersi presentato, mi confidò candidamente che aveva smesso di seguirci perché non sopportava l’idea di vedere Ray sulle pagine di Dusk! Ma Ray è stato un membro dei Genesis, per i quali ha cantato in un disco e un tour. Come tale, ha esattamente gli stessi diritti degli altri membri anche se, ovviamente, non detiene il medesimo palmares artistico.

Tra gli elogi, prima di tutto la costanza; molti lettori sono quasi increduli di fronte a tanta perseveranza e vedono Dusk come un amico di famiglia che va a trovarli a casa ogni quattro mesi. Molto apprezzata anche l’onestà intellettuale e l’attitudine a scrivere sempre senza filtri, qualcosa di non così frequente nel mondo dei cosiddetti fanclub (categoria nella quale Dusk, peraltro, non rientra), dove spesso si è succubi degli artisti: posso dire con orgoglio che non è mai accaduto e che se qualche errore è stato commesso, ed è successo, è stato semmai per affetto, non certo per opportunismo.

– Per i prossimi anni prevedi anche uno sviluppo sul web più consistente dell’attuale o resti fedele al valore del cartaceo?

Riconosco l’importanza del web, ma non fa per me. Quando Dusk cesserà le pubblicazioni cartacee, resterà solo un bel ricordo, al massimo il sito web minimale così come è oggi.

Grazie a Mario Giammetti, buon compleanno e in bocca al lupo per i prossimi, tantissimi, anni di Dusk.

 

 

E chi non l’avesse già fatto, qui può abbonarsi a Dusk.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Angolo del Collezionista

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Ascolta i Genesis:

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LEGGI PERCHE’

Buon Compleanno Anthony Phillips, 23 dicembre 1951 – AUDIO & VIDEO

Speciale Video Memories by Horizons Genesis.

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Una sua intervista a 360°:

L’album di inediti “String of Light” COMPRA:

L’intervista e 2 live di String of Light:

Ipse Dixit: Anthony Phillips racconta l’album Strings of Light – VIDEO

La cura (Battiato/Sgalambro) by Algebra special guests Steve Hackett & Anthony Phillips: 

Gli altri album di Ant – COMPRALI SU AMAZON.

Rare video “Picaresca” from “Meadows of Englewood”:

Promo clip from Dragonfly Dreams, Private Parts & Pieces IX:

Ecco il video ufficiale di Halycon Days (Days To Remember) di Lettie Maclean.  Ant e Lettie hanno scritto e registrato, per il progetto UPPM, questo brano, che nel maggio 2016 è diventato un singolo:

Guarda i sui dischi più rari su Amazon – CLICCA e su Ebay – CLICCA.

https://www.facebook.com/AnthonyPhillipsOfficial/videos/10154316035349814/

Progressive Music Awards a Londra, 1° settembre 2016:

Qui Ant intervistato nel 1987:

Ecco una delle interviste più approfondite tra quelle rilasciate da Ant:

Le “ri-uscite” di Private Parts & Pieces 1 & 2 + 3 & 4:

Le ultime di Ant su Horizons Genesis:

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Ascolta Anthony Phillips:

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LEGGI PERCHE’

Anthony Phillips: il cofanetto “Missing Links I-IV” – COMPRA

Nuova edizione ri-masterizzata e ampliata di “Missing Links” di Anthony Phillips.

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Anthony Phillips ha pubblicato le versioni rimasterizzate dei suoi quattro album originali di “Missing Links” in un cofanetto di 5 CD.

Compralo qui in versione digitale e box 5 CD:

La collezione raccoglie la library di Ant e la musica per la televisione dal 1976 in poi. Comprende anche un disco a 27 tracce di materiale raro e inedito.

Il primissimo “Missing Links” è stato pubblicato in edizione limitata nel 1989 e, sebbene i quattro volumi originali della serie siano stati successivamente pubblicati su CD, non sono più disponibili da alcuni anni, ma scambiati tra i collezionisti:

La sua popolarità portò ad altre tre edizioni di “Missing Links”, che raccoglievano non solo composizioni di colonne sonore, ma anche altre rare registrazioni d’archivio realizzate da Anthony Phillips nel corso degli anni.

 

Anthony ha lavorato con il suo archivista Jon Dann per preparare questa nuova edizione con, appunto, un nuovo CD aggiuntivo di 27 tracce di materiale d’archivio inedito e raro, “Extra Links” esclusivo per questo set.

“MISSING LINKS I – IV” piacerà sicuramente ai fan del lavoro di Anthony. Questa nuova edizione in cofanetto presenta le note di copertina di Jon Dann.

Tracklist:

Disc One – Missing Links Volume One: Finger Painting

1 Force Majeure (1987)
2 Mountain Voices (1987)
3 Lord Of The Smoking Mirror (1987)
4 Sea Horses (1987)
5 Dungeons (1987)
6 Between The Rings (1983)
7 Evening Ascent (1983)
8 Streamer (1983)
9 After The Rain (1987)
10 Rottweiler (1983)
11 Sad Fish (1983)
12 A Song (1979)
13 God’s Chosen Car Park Suite (1986) Processional – Meditation – Cave Painting
14 Tropical Moon Over Dorking Suite (1985) Estrangement – Myra’s Dream – Reconciliation
15 Fountain Pool (1986)
16 Q. (1984)
17 Three Piece Suite (1984) To The Shrine – Through The Forest – Towards The Light
18 Boulevard Of Fallen Leaves (1981)
19 Land Of Dragons Suite (1989) Land Of Dragons (Part 1) – Kites – Harbour At Sunset – Dance Of The Crabs – Sand Octopus And The King Crabs – Do The Shrimps Know They’re Chinese – Land Of Dragons (Part 2)
20 And A Prayer (1979)
21 Tierra Del Fuego (1979)
22 Paradise Found (1979)

Disc Two – Missing Links Volume Two: The Sky Road A Collection Of Archive, Commission And Unreleased Album Material

1 Exile
2 Lifeboat Suite Opening Theme – Sunday Morning – Another Shout – Across The Sandbar – Storm Warning – Kim Waits – The Rescue Of The Janet C – Let Not The Deep Swallow Me Up – Closing Theme
3 The Bitter Suite part 1 – Part 2
4 Across The River Styx
5 A Flock Of Souls
6 Along The Towpath
7 The Sky Road
8 Tears On A Rainy Day
9 Tiwai: Island Of The Apes bats – In The Firmament
10 Wild Voices, Quiet Waters Suite Twilight On The Lake – Winterloons – Waterstar
Serenita
11 Timepiece
12 Field Of Eternity (Excerpts From The Original Version)
13 The Beggar And The Thief

https://youtu.be/0VQ61-1E04Q

Disc Three – Missing Links Volume Three: Time And Tide A Collection Of Television And Library Music 1992 – 1997

1 Amazonas
2 Peruvian Plains
3 Manatee Garden
4 Turtle Race
5 Indio Wedding
6 Underwater Forest
7 Fiesta Del Charangos
8 Slow Hand Sloth
9 River Chase
10 Sacred Kingdom
11 African Dream
12 Bedouin Train
13 Sandstorm
14 Kalahari March
15 Songoku
16 Schuan Journey
17 Slow Boat To China
18 Back In The Land Of Dragons
19 Shadow Puppet
20 Sea Jewel
21 End Theme For Five
22 Minnow Dance
23 Sunken Galleons
24 Haunting The Dark Sea
25 Time And Tide
26 Okavanga
27 Under Desert Stars
28 Lost In A Desert Night
29 Blue Lagoons

Disc Four – Missing Links IV: Pathways & Promenades

1 The Golden Road To Samarkand
2 Promenade
3 Sceptred Isle
4 Danza Cucaracha
5 Fallen Idol
6 Cascades
7 Sky Dawn
8 Misty Mountains
9 It’s All Greek To Me
10 Haven From The Sea
11 Heavenly Gene
12 Ironclad
13 Water Gardens
14 Night Train
15 Sleeping Giant
16 Sombrero
17 Irish Lament
18 Aurora
19 Without You
20 Sad Exodus
21 Summer Of Love
22 Light Rain
23 Halcyon Days

Disc Five: Extra Missing Links

1 Opening Theme For Five
2 Empire Of The Elephant
3 Great Rift Valley
4 Dwellers Of The Deep
5 Exile Link
6 Freeway Dude
7 Sumatra
8 Tears On A Rainy Day Link
9 Is There Anyone Out There?
10 Antibes Cocktail
11 Tropical Moon Romance
12 Sitar Pastoral
13 Wings Over The World
14 Stakeout
15 Bush Babies Suite
16 Sky Road Link
17 Citizens Of The Coral
18 Estrangement (Piano Mix)
19 Night Search
20 Granada
21 A Noble Spirit
22 In The Heart Of Africa
23 Malvern Hills
24 Flight Of The Snow Geese
25 Never Meant To Be
26 New Alchemists Suite
27 The Beggar & The Thief (Instrumental V)

Ascolta Anthony Phillips:

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